di Anna Messia
Dopo essere diventato numero uno nel mercato delle polizze Vita il gruppo Intesa Sanpaolo accelera per lo sviluppo del settore Danni e anche in questo mira alla leadership puntando a occupare una delle prime quattro posizioni in Italia e addirittura la prima per i prodotti non motor. «Come già annunciato con il piano d’impresa 2018-2021, intendiamo diventare uno dei maggiori operatori italiani nelle assicurazioni a protezione delle persone, delle famiglie e dei beni che possiedono», ha detto ieri il presidente di Intesa Sanpaolo Gian Maria Gros Pietro aprendo il lavori della giornata torinese su «Obiettivo Protezione: le nuove prospettive dell’assicurazione», organizzata in occasione del lancio del polo assicurativo del gruppo che avrà sede nella città piemontese.
Le forze in campo sono rilevanti. «Stiamo completando l’inserimento di circa 220 specialisti della protezione assicurativa a supporto delle filiali (oltre 4 mila, ndr)», ha aggiunto Nicola Fioravanti, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo Vita e responsabile della Divisone Insurance di Intesa Sanpaolo . «Abbiamo avviato un programma di formazione dedicato per circa 30.000 persone e abbiamo introdotto specifici sistemi incentivanti». Non solo; la banca prevede di effettuare 500 assunzioni entro il 2021 su tutto il territorio nazionale e investimenti per 300 milioni nel triennio in tecnologia e iniziative di comunicazione sul modello, unico in Italia, di bancassicurazione e l’ampliamento della gamma di offerta.
Gli spazi di crescita, considerata l’ampia base di clienti di cui dispone l’istituto, non mancano. I numeri li ha dati il ceo di Intesa Sanpaolo , Carlo Messina: «Noi abbiamo solo il 5,8% dei nostri clienti che compra prodotti assicurativi, contro il 20-25% che compra fondi comuni di investimento e altri prodotti della banca; credo che arrivare al 18-20% non sia complesso. Già raggiungendo il livello della quota di mercato che abbiamo su altri prodotti diventeremmo la prima compagnia di assicurazione Danni sulla parte non-auto in Italia», ha spiegato. Ampi i margini di manovra anche alla luce dello spazio di crescita del ramo Danni nel mercato italiano, dove la diffusione di polizze (tolta l’Rc Auto obbligatoria per legge) resta ancora largamente inferiore rispetto ad altri Paesi europei: oltre il 75% degli italiani, ad esempio, possiede un’abitazione di proprietà, ma soltanto una minoranza la assicura adeguatamente, ha sottolineato Fioravanti.
Considerazioni ribadite anche dal presidente di Ania, Maria Bianca Farina, che intervenendo al convegno ha ricordato che le piccole e medie imprese sono poco protette, così come le abitazioni italiane. «Il 78% delle case in Italia è esposto a un rischio medio-alto, anche a causa dei cambiamenti climatici, ma solo il 2% è assicurato contro questi rischi», ha spiegato, e ogni anno i costi per le finanze pubbliche sono in media di 3 miliardi.
Dal canto loro, per far crescere il mercato, le compagnie stanno completamente rivedendo la propria relazione con il cliente e i servizi offerti, puntando anche sulle opportunità offerte dalla nuove tecnologie. Un cambiamento che rappresenta una sfida anche per la vigilanza, ha aggiunto il presidente di Ivass e direttore generale della Banca d’Italia Salvatore Rossi. Le tecnologie digitali consentono di ridisegnare l’offerta e ne risultano modificati i processi, i prodotti, le relazioni con il cliente e la stessa pubblicità, ha dichiarato Rossi, spiegando che in questa trasformazioni ci sono opportunità e benefici, come «una relazione più rapida e diretta tra compagnia assicurativa e cliente» o «il flusso contante di informazioni su abitudini, tendenze di acquisto, stili di vita o salute dei clienti», cui le imprese possono accedere. Ma l’insurtech, ovvero la tecnologia applicata alle polizze, implica anche rischi. «Problemi di privacy, per esempio, e di sicurezza del dati», ha concluso Rossi, «ma anche di concorrenza attenuata a causa degli accordi tra compagnie e start-up innovative». (riproduzione riservata)
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