di Anna Messia
Manca poco al varo del nuovo albo unico dei consulenti finanziari che avrà l’importante obiettivo di ampliare ulteriormente la tutela degli investitori. A breve Consob e l’Organismo dei consulenti finanziari stipuleranno il protocollo d’intesa per dare attuazione all’assetto del nuovo Organismo che dovrà vigilare sui propri iscritti e raccoglierà, sotto uno stesso tetto, i consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede, le società di consulenza e gli autonomi. «Svolgeremo il nostro compito con rigore, indipendenza e professionalità tenendo sempre presente il fine ultimo di tutela del risparmio e del mercato», ha detto ieri il presidente di Ocf, Carla Rabitti Bedogni durante la relazione annuale 2017. Dopo anni di attesa il nuovo albo è finalmente pronto a partire, o quasi. Per quanto riguarda il protocollo d’intesa «il collegio è alle battute finali», ha chiarito ieri il commissario Consob, Paolo Ciocca, nel suo intervento. Poi seguirà l’adozione da parte della Commissione delle delibere per avviare la prima fase del trasferimento delle competenze da Consob a Ocf. Si tratta, in particolare, della presentazione delle istanze di iscrizione all’albo dei consulenti autonomi e delle società, che finora hanno esercitato la propria attività in cosiddetto «regime di proroga», oltre che dell’esercizio dei poteri di vigilanza istruttori nei confronti dei consulenti abilitati all’offerta fuori sede. Una prima fase che dovrà completarsi entro l’1 dicembre 2018, durante la quale Consob manterrà i poteri istruttori e deliberativi per i provvedimenti cautelari e porterà a termine i procedimenti sanzionatori già avviati. Entro l’1 dicembre 2018 dovranno però anche concludersi gli adempimenti per l’adozione di una seconda delibera Consob per il completo trasferimento delle competenze all’Ocf. Tasselli finali che l’organismo attende con urgenza. «Siamo in attesa delle delibere Consob. Il prossimo 1° dicembre dobbiamo avviare la nuova operatività e avremo istruttorie da completare per le preiscrizioni delle società e dei consulenti autonomi in tempi che diventano sempre più ristretti», ha aggiunto Rabitti Bedogni. Le stime parlano di 2 mila nuovi iscritti, 1.500 autonomi e 500 società di consulenza. Una transizione che avviene in un momento di profonda trasformazione del settore, con lo sviluppo del roboadvice e la disponibilità di big data, ma l’obiettivo resta quello di accrescere la tutela dei clienti. «La nuova architettura «dovrà produrre un livello di vigilanza e quindi di protezione dell’investitore, nettamente accresciuto rispetto a quello attuale», ha concluso Ciocca. Intanto il comparto cresce: nel 2017 le reti di cf hanno raccolto 39,2 miliardi, in crescita del 18,9% sul 2016. (riproduzione riservata)
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