Il terrorismo internazionale ha ripreso decisamente fiato e il rischio è in deciso aumento in Europa, soprattutto in Paesi come la Francia, il Belgio e il Regno Unito.
Proprio nel Regno Unito il livello di rischio è valutato come grave, il che significa che le possibilità di nuovi attacchi sono altamente probabili.
È chiaro che l’obiettivo del terrorismo internazionale è quello di causare perdite di massa, utilizzando qualsiasi mezzo e, in questo modo, aumentare tra la popolazione il senso di paura. Per questo motivo la nuova strategia delle organizzazioni terroristiche è di agire contro obiettivi morbidi, che sono vulnerabili e facili da colpire, garantendo così un maggiore successo. Il layout di questi luoghi deve soddisfare determinati criteri tra cui un’atmosfera particolarmente invitante e friendly per i visitatori come i centri commerciali, le scuole, i cinema, gli ospedali, i parchi, gli stadi, gli alberghi, le palestre, le stazioni ferroviarie, gli aeroporti.
Mentre le forze di sicurezza hanno stretto la rete dei controlli e rinforzato la sorveglianza sugli obiettivi potenzialmente sensibili, possono però fare poco per prevenire gli attacchi portati da auto private scagliate sui passanti, piuttosto che frenare l’utilizzo di armi artigianali, fatte in casa.
Ma cosa possono fare le aziende per prevenire l’insorgere di possibili minacce?
In realtà possono fare poco o nulla, se non essere consapevoli dei rischi cui sono esposte. Per quanto riguarda le imprese britanniche, Paul Bassett, managing director, e Justin Priestly, director of crisis management di Arthur J. Gallagher, suggeriscono di “costruire e organizzare tutta l’attività su quattro pilastri fondanti: anticipare, prevenire, reagire e ricostruire. La natura mutevole delle minacce produce nuove sfide per le imprese e richiede una risposta altrettanto dinamica dalle società di assicurazioni e a quelle specializzate in risk management”.
Prodotti assicurativi specializzati sono disponibili anche se si tratta di soluzioni relativamente nuovi in un mercato stand-alone per quanto riguarda le coperture terrorismo. È vero che gli imprenditori non sono certo interessati al funzionamento delle loro polizze, ma secondo Paul Bassett “dovrebbero invece rivedere le proprie coperture con i loro broker e garantirsi uno strumento adeguato a tutelare l’impresa da questi nuovi rischi sempre più imprevedibili”.
Una volta comprese le minacce che si corrono, le imprese possono iniziare a lavorare su come attenuarne e prevenirne il rischio, iniziando dallo svolgere una vera e propria azione educativa sui dipendenti e sulle persone esterne che entrano negli uffici. Le aziende possono inoltre utilizzare diversi strumenti per mitigare i rischi. Rendere i dipendenti e i propri clienti maggiormente consapevoli dei rischi è già un buon abbrivio, cui dovrebbe aggiungersi una buona attività di intelligence, attraverso una accurata manutenzione dei registri e un utilizzo efficace delle telecamere a circuito chiuso: ad esempio, le imprese potrebbero utilizzare le telecamere puntandole sull’esterno dei locali produttivi o degli uffici, al fine di raccogliere dati che potrebbero anche rivelarsi decisivi nei momenti di crisi. Ci sono infatti una infinità di informazioni di basso livello disponibili e che di fatto andrebbero filtrate e trasformate in dati di intelligence.