di Anna Messia
La manovra, in poco più di un anno, è stata di 95 milioni. Risorse che gli spagnoli di Mapfre non hanno lesinato per rafforzare Direct Line Insurance spa, l’assicurazione italiana, rilevata da Royal Bank of Scottland nel 2015 con un investimento di 550 milioni, che includeva però anche le attività tedesche della compagnia diretta. Già l’anno scorso c’era stata un’iniezione di 70 milioni, in parte diretta e in parte tramite un’emissione obbligazionaria. Ma evidentemente non è bastata per far crescere a sufficienza i requisiti patrimoniali di Direct Line. Così ad aprile si è aggiunto un nuovo aumento di capitale, di altri 25 milioni. Interventi che rientrano in un piano, messo a punto dalla compagnia per avere un coefficiente di Solvency II adeguato alle richieste del regolatore. Perché secondo quanto emerso nel Solvency and Financial Condition Report, pubblicato dalla compagnia nelle scorse settimane, a dicembre scorso il ratio di Direct Line era ancora decisamente inferiore al minimo del 100% riesco da Ivass, pari infatti al 76,2%. «Nei primi mesi del 2017 la compagnia ha definito un piano che, attraverso aumenti di capitale effettuati dall’azionista Mapfre International Sa, permetterà entro giugno 2017 di avere un buon margine rispetto al Solvency ratio minimo previsto dalla normativa di riferimento», si legge nel report. A questo punto resta quindi da capire se gli interventi fatti finora sono stati sufficienti o se si dovrà aggiungere qualche altra manovra.
Di certo il gruppo Mapfre, prima compagnia di Spagna, che ha avuto in passato anche un’alleanza con Cattolica Assicurazioni , è pronto a scommettere ancora sull’Italia, spingendo sulla crescita della compagnia diretta che quest’anno dovrebbe tra l’altro cambiare nome. L’uso del marchio Direct Line è stato infatti ottenuto da Royal Bank of Scottland solo temporaneamente, ed è atteso quindi il passaggio al marchio Verti, la compagnia diretta del gruppo spagnolo, che è stata creata tra gli altri da Enrique Flores Calderon, dallo scorso dicembre nominato amministratore delegato di Direct Line Italia.
Per quanto riguarda l’andamento economico-finanziario, Direct Line, con una raccolta premi 2016 di 468,9 milioni (+2,8% sul 2015), è ormai tra le prime dieci assicurazioni Rc Auto in Italia ma deve fare i conti con l’accresciuta competitività del comparto che negli ultimi anni ha visto le tariffe scendere mentre i sinistri negli ultimi tempi, hanno iniziato a dare segnali di ripresa. Nel 2016 il risultato tecnico è stato negativo per 73,9 milioni e il combined ratio è stato pari al 133%, peggiore rispetto al budget previsto che era stato fissato al 128%. Ma sono state già prese contromisure che nei piani della società dovrebbero ridurre la perdita del risultato tecnico a 9,3 milioni nel 2018 e a 8,6 milioni nel 2019. Lo scorso settembre la società si è poi aggiudicata la gara per il rinnovo della convenzione con Fca Bank, del gruppo Fiat che contribuirà a far salire i premi auto diversi dall’Rc, aumentati già nel 2016 del 28,8% (a 189 milioni). E non mancano le razionalizzazioni: alla fine del 2016 la società ha dato seguito ad un piano di incentivi volontari alla risoluzione dei rapporti di lavoro, con l’uscita anticipata di 147 dipendenti. (riproduzione riservata)
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