“Per chi fa di mestiere l’assicuratore il diffondersi di un nuovo rischio rappresenta un’opportunità. Purché sia, però, misurabile. Nel caso del cyber risk i dati sugli incidenti passati sono ancora scarsi e confusi, non è facile formulare offerte di polizze e prezzi che siano sensati. Al tempo stesso, le compagnie assicurative sono esse stesse esposte a incidenti cyber quanto più i sistemi informatici si integrano con la rete, ad esempio man mano che esse accedono ai big data, cioè alle informazioni capillari diffuse in rete sul conto di noi tutti”. Lo ha detto Salvatore Rossi, presidente Ivass concludendo la presentazione della relazione annuale dell’Istituto.
Il cyber risk è ora preoccupazione comune dei due principali luoghi della cooperazione internazionale, il G20 e il G7. Il mondo assicurativo si muove anch’esso. La IAIS ha pubblicato documenti sul tema. L’Ivass ne ha tenuto conto nel redigere un questionario recentemente da noi sottoposto alle imprese italiane nell’ambito dell’indagine trimestrale sulle vulnerabilità.
“Il rischio è serio, nuovo, pervasivo. Saranno necessarie norme, accorgimenti organizzativi, consapevolezza. Noi dell’IVASS vogliamo essere in prima linea in questo nuovo cimento, comprendendo la portata delle innovazioni, cogliendone gli aspetti di rischio potenziale; stiamo studiando interventi sul quadro regolamentare, anche favorendo sperimentazioni. Dobbiamo soprattutto intensificare la collaborazione con le compagnie e gli intermediari, oltre che con le altre Autorità. Un terreno è quello delle frodi informatiche che fanno proliferare assicuratori abusivi. Esse richiedono di controllare meglio la rete e i social media. Fronteggiamo un nemico comune”, ha concluso.