di Stefano Manzelli
Chi rimane coinvolto in un grave incidente stradale dovrà esibire agli organi di polizia il proprio telefonino per verificare eventuali distrazioni tecnologiche. Ma se l’interessato si rifiuta di collaborare tablet e smartphone saranno sequestrati e il soggetto sottoposto a perquisizione. Lo ha chiarito la polizia municipale di Torino con la circolare n. 32 del 19 aprile 2017. L’acquisizione probatoria delle potenziali distrazioni tecnologiche degli autisti rappresenta una emergenza investigativa che risulta particolarmente importante in caso di sinistri con lesioni gravi e decessi. La polizia locale del capoluogo piemontese distingue le distrazioni manuali da quelle cognitive e quelle visive. Complessivamente un utente stradale distratto da tutte queste opportunità rappresenta un pericolo per se e per gli altri. In caso di rilievo di un sinistro stradale grave a parere del comandi piemontese sarà opportuno approfondire la ricerca delle fonti di prova digitale. Per questo motivo, in accordo con la locale procura, i vigili torinesi hanno adottato un protocollo ad hoc finalizzato a mettere sotto esame, nella scena dell’incidente, tutti i dispositivi tecnologici sia in dotazione al veicolo che alle persone. Unitamente al sequestro del veicolo andrà quindi dettagliata la presenza a bordo del mezzo di sistemi di navigazione, eventuali scatole nere o telecamere di bordo. Per quanto riguarda i dispositivi personali come telefoni mobili e tablet, secondo la circolare torinese si dovrà procedere alla richiesta di acquisizione dei dati dai dispositivi in possesso degli autori. E solo in caso di mancato consenso agli accertamenti il dispositivo verrà sequestrato e se il proprietario farà resistenza verrà sottoposto a perquisizione personale. Spetterà al laboratorio di tecnologie forensi del comando torinese estrapolare la maggior parte delle fonti di prova digitale. E sarà compito della stessa pattuglia dell’infortunistica, nell’immediatezza dell’intervento, tentare di recuperare il maggior numero di informazioni sui pin e sui codici di sblocco dei dispositivi. Con necessità di informare il pm di turno per le ipotesi più complesse e articolate.
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