Le imprese sono sempre più esposte al rischio di frode.
Dall’ultimo barometro di Euler Hermes e DFCG, emerge infatti che più di 8 imprese in Francia su 10 hanno dichiarato di essere stati vittima di almeno un tentativo di frode nel corso del 2016 e il 10% di queste società ha subito una perdita superiore a 100.000 euro.
Il 57% delle imprese ha anche dichiarato di aver subito un attacco cyber, contro il 32% di un anno prima. Una vera e propria esplosione di cyber criminalità, che si manifesta sotto diverse forme, tra cui la più diffusa è il ransomware, che ha riguardato il 22% delle imprese. Fenomeno che proprio a maggio ha colpito 300.000 vittime in 150 paesi: WannaCry.
Il panorama delle cyber frodi evolve in continui, a immagine degli stessi autori, abituati ad evolvere in un universo tecnologico in pieno mutamento. Essi dispongono più facilmente di strumenti sviluppati e potenti che permettono l’industrializzazione di alcuni attacchi.
Se le imprese sono consapevoli dei rischi – l’81% dei dirigenti lamenta un incremento del rischio nel 2017 – esse sembrano non preparate a sufficienza per farvi fronte. Secondo lo studio il 63% delle imprese non hanno messo in atto un piano di emergenza in caso di frode. Solo il 22% ha realizzato una cartografia dei rischi.