Italia: persi in pochi giorni 20 miliardi di mc d’acqua
di Carlo Valentini Twitter: @cavalent
Il caldo abnorme e la siccità che stanno colpendo non solo l’Italia? «Non prendetela sottogamba», dice Stephen Hawking, intervenuto a un summit sul clima a Trondheim, in Norvegia, «sono il sintomo di una malattia che costringerà gli uomini a lasciare la Terra verso altri pianeti.
Nel quindicesimo secolo gli europei per sopravvivere andarono alla ricerca di nuove terre e Cristoforo Colombo li salvò. Allora era solo un Continente a essere stressato, adesso è tutto il pianeta a non farcela più, sta diventando troppo piccolo per noi e le risorse si stanno esaurendo a una velocità allarmante. L’aumento della temperatura con tutte le sue conseguenze è un campanello d’allarme. Entro cento anni l’uomo per sopravvivere dovrà colonizzare la Luna, Marte o qualche altro pianeta che le sonde spaziali stanno scoprendo».
Gli scienziati, si sa, a volte si divertono a sconfinare nella fantascienza. Ma Stephen Hawking è il più quotato e famoso astrofisico e assicura di non avere alcuna voglia di fantasticare. Spiega: «Tra cambiamenti climatici, inquinamento galoppante e sovrappopolazione, stiamo esaurendo le potenzialità della Terra e non possiamo che andare in altri mondi. È tempo di esplorare altri sistemi solari. Sono convinto che gli umani dovranno lasciare la Terra. La diffusione nello spazio cambierà completamente il futuro dell’umanità. Perciò prima di tutto dobbiamo tornare sulla Luna entro il 2020, lì bisogna lavorare per costruire una base lunare entro una trentina di anni, ed entro il 2025 dobbiamo inviare i primi esseri umani su Marte. D’altra parte c’è già un progetto della Nasa che intende insediare una base permanente sulla Luna dal 2027 e anche Cina ed Europa si stanno muovendo. Il clima andrà sempre peggio, le risorse si stanno esaurendo, la popolazione cresce a dismisura, non c’è tempo da perdere, bisogna pensare a nuove terre».
Hawking è assolutamente rispettato dal mondo scientifico e quindi queste sue previsioni non vengono archiviate con sufficienza. E tra l’altro impattano sull’emergenza climatica che sta investendo l’Italia (ma anche l’Europa e l’Africa) e sul conseguente allarme-siccità: solo nel nostro Paese sono 20 miliardi i metri cubi d’acqua scomparsi in pochi giorni a causa del gran caldo, il Po è due terzi sotto la media stagionale, i campi sono arsi e le bestie hanno sete. Il governo ha stanziato quasi 9 milioni per i primi interventi nel Nord dell’Emilia, epicentro del dramma climatico ma tutta la Penisola è investita dall’ondata di caldo, così si ritrovano uniti per una volta, il piddino Stefano Bonacini il leghista Luca Zaia la grillina Virginia Raggi, con provvedimenti che limitano l’uso di acqua. Piscine, aiuole e il lavaggio dell’auto dovranno aspettare.
Entra nei dettagli contingenti, al di là delle teorie di Hawking, il meteorologo Luca Lombroso, pioniere di Che tempo che fa, quando agli esordi il programma di Fabio Fazio si occupava di meteo: «È la terza primavera più calda dal 1830. Negli ultimi dieci anni le primavere calde sono diventate non più l’eccezione ma la norma, pur in un quadro di forte variabilità da un anno all’altro e all’interno della stessa stagione. Soprattutto al Sud avremo nei prossimi giorni valori vicini o superiori a 40 gradi, soprattutto in Sardegna, Sicilia orientale e Puglia”.
Insomma, il caldo non darà tregua. Conferma un altro meteorologo «televisivo», Luca Mercalli: «C’è una tendenza all’aumento della temperatura globale che ormai vediamo da 100 anni, con un grado in più nell’ultimo secolo. Gli scenari climatici indicano che la temperatura continuerà a salire a causa dell’ inquineremo e se salterà l’accordo di Parigi o esso verrà malamente attuato potremmo arrivare al 2100 con cinque gradi in più, con conseguenti rivolgimenti sull’intero pianeta. Abbiamo problemi oggi che siamo 7 miliardi e mezzo, figuriamoci al 2100 in un mondo popolato da più di 10 miliardi di persone».
In fondo anche il prudente Mercalli finisce per incontrare le previsioni del più drastico Hawking: «Non ci rendiamo conto di quanto il clima incida sui comportamenti di intere popolazioni. Le emigrazioni di oggi non sono nulla in confronto a quanto potrà succedere per via del clima che impoverisce interi territori. Le migrazioni climatiche sono appena all’inizio, i cambiamenti del clima saranno una forza dirompente nell’aumentare lo spostamento dei popoli. Un esempio? Gli atolli corallini sono i primi casi di evacuazione di intere popolazioni, per ora di poche migliaia di unità, ma ci mostrano come il cambiamento delle condizioni climatiche obblighino le persone a spostarsi in altri luoghi».
Quindi preoccupa il dietrofront di Donald Trump sugli accordi sul clima?
«Certamente, è un fatto grave», risponde Mercalli, «egli non si rende conto del disastro climatico a cui andremo incontro. A torto ritiene che gli Stati Uniti possano chiamarsi fuori ma sarà un brusco risveglio come ha dimostrato l’uragano Sandy che si è abbattuto su Manhattan. Propri gli uragani stanno diventando più numerosi e pericolosi sulle coste americane e Trump non potrà girarsi dall’altra parte».
Per quanto ci riguarda potremmo intanto fare qualcosa almeno per alleviare i danni nelle campagne. Dice Antonio Rusconi, ex direttore del Servizio idrografico e docente all’università di Venezia: «Trent’anni fa venne emanata una legge che prevedeva di scrivere i piani di bacino. In realtà non hanno trovato in genere attuazione e questa negligenza sta incidendo sul livello della crisi idrica di questo periodo. Infatti, anche in vista dei cambiamenti climatici, occorre aumentare le riserve idriche, creare serbatoi, utilizzare vecchie cave di ghiaia per raccogliere l’acqua, avviare la manutenzione delle reti che oggi hanno perdite inaccettabili. Bisogna fare presto se non vogliamo ritrovarci prima di quanto pensiamo in un’emergenza senza ritorno».
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