Si presenta sostanzialmente stabile il trend delle insolvenze a livello globale nel 2017. Il modesto calo atteso, pari a circa -1%, è di fatto il risultato più debole dal 2009. Ciò vuol dire che, a dieci anni dall’inizio del credit crunch non è ancora avvenuta una netta inversione di rotta dei livelli di insolvenza, che restano di molto superiori rispetto a quanto registrato prima della crisi, a segnalare difficoltà strutturali di ripresa per molte economie.
E’ questo lo scenario delineato dall’Ufficio Studi Economici di Atradius. In particolare, il rapporto pubblicato dagli economisti del Gruppo (Economic Outlook) si sofferma sulle principali criticità che pesano sul contesto di business a livello mondiale, primo fra tutti il clima d’incertezza che ancora frena la ripresa della fiducia di consumatori ed imprese e degli investimenti. Ciò trova espressione nel confronto tra i livelli d’insolvenza pre-crisi e quelli attuali, che consente di stilare una classifica dei Paesi in base alle performance registrate in tal senso.
Per quanto riguarda l’Italia, gli attuali livelli d’insolvenza risultano essere più del doppio rispetto al 2007, con una delle performance peggiori registrate a livello europeo. L’impennata dei livelli di insolvenza nel decennio trascorso dall’inizio della crisi globale vede il nostro Paese preceduto solo da Grecia (livelli insolvenza cinque volte superiori a prima della crisi) e Portogallo (quattro volte superiori). Di fatto, anche Paesi tradizionalmente virtuosi dal punto di vista dei comportamenti di pagamento, come la Danimarca e la Norvegia, registrano livelli d’insolvenza ancora superiori rispettivamente dell’80% e del 50% rispetto ai livelli del 2007. Non hanno recuperato il terreno perso neanche Finlandia e Regno Unito, dove i livelli d’ insolvenze sono ancora al +10% rispetto all’inizio della crisi. Tra le cause delle difficoltà persistenti per il Paese scandinavo c’è senza dubbio il forte legame commerciale con la Russia, da tempo in recessione, mentre per la Gran Bretagna diversi sono i fattori potenzialmente responsabili, dalla caduta della sterlina all’aumento dell’inflazione con effetti tanto sulla spesa dei consumatori che sui margini delle aziende. In netta controtendenza lo scenario delle insolvenze in alcune economie che sembrano finalmente abbandonare i livelli di crisi, come nei Paesi Bassi dove il 2017 segnerà un miglioramento della performance rispetto al 2007 di circa il 10%, o in Austria e Germania dove il miglioramento è compreso tra il +20 e +30%. Al di fuori dell’Europa, performance migliore quella del Canada dove rispetto al 2007 le insolvenze sono diminuite del 50%.
“Nonostante i confortanti segnali di stabilità nell’andamento, le insolvenze a livello globale rimangono ancora su livelli alti anche a causa del clima di incertezza e dell’instabilità politica diffusa si riflette su molte delle economie mondiali – spiega Massimo Mancini, Country Manager di Atradius per l’Italia – Questo impone alle aziende delle scelte finalizzate all’attivazione di strumenti assicurativi in grado di ridurre il rischio di credito commerciale garantendo buone prospettive di crescita al proprio business. Atradius suggerisce una particolare azione di tutela verso quei mercati, in cui i livelli di insolvenza sono stati maggiormente colpiti dall’aumento della percezione del rischio e dell’incertezza, che potrebbero impattare negativamente sull’attività commerciale dei propri clienti”.