di Francesca Vercesi
Un codice etico uniforme del credito e della finanza. Al progetto, presentato martedì a Milano nel convegno organizzato dall’Uni, l’ente tecnico di normazione italiano, dal titolo «Lo sviluppo dell’integrità, oltre la legalità. Verso un codice etico della consulenza finanziaria», stanno lavorando la Fabi e Assonova nell’ambito del tavolo tecnico aperto due mesi fa con l’Uni, dietro impulso del presidente Piero Torretta e del direttore Ruggero Lensi. La prima riunione del gruppo di lavoro si è svolta a Milano lo scorso 7 giugno. Il gruppo chiama GL 14 e ha l’obiettivo di stabilire le linee guida di un codice etico dei consulenti finanziari, che verranno poi seguite da ogni singola associazione di categoria, su basi volontarie, per disciplinare la deontologia professionale dei propri iscritti. Tale prassi di riferimento Uni riguarda anche ambiti diversi, per esempio il mondo degli ingegneri, come ha sottolineato Gaetano Megale di Progetica.
Il codice dovrà avere funzione preventiva e di orientamento in situazioni problematiche per tutti gli operatori del settore creditizio. Nello specifico, saranno codificati una serie di principi etici per la vendita responsabile dei prodotti finanziari e saranno definite le buone pratiche da osservare. Il codice etico si rivolge a tutti coloro che operano nel mondo della finanza: manager e top manager bancari, dipendenti di banca, agenti in attività finanziaria e consulenti finanziari e ha l’obiettivo di definire inoltre i tratti distintivi della professione e consentirà di acquisire maggiore sensibilità e identità professionale. «Siamo al lavoro per sviluppare un codice che sia di reale supporto a lavoratori bancari e consulenti finanziari, che tuteli la loro integrità e dignità professionale, mettendoli in condizione di adottare comportamenti di massima trasparenza nei confronti della clientela; chiediamo pertanto un coinvolgimento diretto anche delle reti e dei gruppi bancari nel progetto», ha detto Giuseppe Milazzo, segretario nazionale della Fabi. Le banche e le reti dovranno infatti prevedere specifici momenti di formazione per porre i lavoratori bancari e i consulenti a conoscenza delle linee guide del codice che saranno tracciate nei prossimi mesi. «In un momento in cui la fiducia dei risparmiatori è stata messa a dura prova dalle recenti vicende finanziare, occorre rafforzare la tutela del risparmio e di chi lavora quotidianamente a contatto coi clienti», ha concluso Milazzo. Mentre Alessio Amadori, presidente di Assonova e membro del GL 14, ha segnalato: «Anche nella nostra professione c’è una zona grigia che interessa il rispetto di determinati principi etici oltre a ciò che prescrive la legge».
Al tavolo tecnico in Uni hanno partecipato, oltre a Fabi e Assonova, i maggiori organismi associativi del settore finanziario. Maurizio Bufi, presidente Anasf, ha ricordato come l’associazione dei consulenti finanziari sia da tempo attiva su questo fronte e ha confermato che anche in questo caso farà la sua parte. Dichiarazioni di condivisione e di partecipazione, anche se con toni molto critici verso la classe dirigente dei banchieri, sono venute anche da Maurizio Testa (Fisac-Cgil), Maria Teresa Ruzza (Uilca), Daniela Fischetti (Unisin), Giovanni Avella (Sinfub), Martino Panighel (Cfa Society Italy), Federico Cancarini (Assomea), Angelo Cipolloni (Apb). Un contributo è arrivato anche dai rappresentanti degli organismi di controllo Ocf e Oam, rispettivamente Francesca Tartaglia e Andrea Ciani, e da Alessandro Mostaccio del Movimento Consumatori. Il grande assente era l’Abi. Ma il prossimo 20 giugno proprio in Abi ci sarà un incontro con le organizzazioni sindacali del credito per avviare un confronto politico su un codice etico di settore. Si tratterà di un tavolo politico che lavorerà in parallelo a quello tecnico di Uni, dove sono presenti la stessa Fabi e Assonova.
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