Il piano di riequilibrio di FONAGE, dopo un anno di gestione straordinaria, è arrivato alla Covip.
Come si legge in una nota di Anapa – Rete ImpresaAgenzia – con una comunicazione via posta certificata, inviata il 9 giugno scorso alle parti sociali, gli organi di amministrazione straordinaria del Fondo hanno inviato il piano di riequilibrio approvato da Covip con delibera del 7 giugno, specificando che la stessa amministrazione straordinaria è stata prorogata di sei mesi dall’Autorità, al fine di consentire la predisposizione delle necessarie modifiche statutarie e di dare attuazione al piano.
Sono smentite dai fatti, dunque, le voci di un’imminente conclusione del commissariamento e di un ritorno alla normalità. Il piano approvato da Covip consta di 47 pagine (clicca qui per scaricarlo) nelle quali si analizzano le cause e origini dello squilibrio individuato nello sbilanciamento del livello di prestazioni erogate o promesse rispetto all’effettiva misura della contribuzione apportata per ciascun agente iscritto. Sbilanciamento che è addirittura peggiorato dal 2003, quando si sono aumentate le contribuzioni senza però agire sulla riduzione delle prestazioni.
Dopo il rifiuto di SNA di sottoscrivere il piano che prevedeva il contributo straordinario delle imprese e il passaggio al regime di contribuzione definita, l’amministrazione straordinaria ha rielaborato il bilancio tecnico “ante misure di riequilibrio” alla data del 31/12/2014 per tenere conto delle nuove tabelle di coefficienti di rendita vitalizia calcolati al tasso d’interesse dell’1% contro il precedente 2,25%. L’attesa di fuoriuscite anticipate, a seguito dello sblocco dei trasferimenti, è dell’ordine del 30% per un valore di circa 30 milioni, anche se il valore del trasferimento sarà plafonato al 75% della riserva matematica o per la gestione ordinaria ed al 100% per quella integrativa.
Conseguentemente a questa rielaborazione sono poi state definite, in accordo con Covip, i tagli alle pensioni in corso di erogazione e di quelle future sulla base di un principio di “riproporzionamento” rispetto ai contributi versati. Le misure individuate sono state dunque indirizzate all’introduzione di correttivi, volti a ripristinare una corrispondenza tra l’entità dei contributi versati, da e a favore di ciascun iscritto, rispetto all’ammontare delle prestazioni definite erogate o maturate.
Si può dire quindi che la prestazione definita è mantenuta, ma solo nella forma. La sostanza, infatti, prevede una valutazione di ogni singola posizione, con una riduzione della quota capitale maturata rispetto al montante dei contributi effettivamente versati. In virtù di tale rapporto, e con riferimento ad ogni pensionato o aderente, il valore capitale viene abbattuto in misure variabili dal 70% all’80% per i pensionati e tra il 60% ed il 62,5% per gli attivi.
In considerazione del fatto che il fondo è costituito da due gestioni (quella “Ordinaria”, che è obbligatoria, e quella “Integrativa”, facoltativa, che opera con criteri diversi dalla precedente e raccoglie anche ulteriori contributi volontari a carico dell’iscritto) e che lo Statuto prevede espressamente una separata gestione per i contributi integrativi, nelle valutazioni di bilancio tecnico, si sono adottate misure di riequilibrio distinte tra le due gestioni, al fine di realizzare l’azzeramento del disavanzo prospettico di ciascuna di esse.
Per coglierne la misura media, quella minima e quella massima delle riduzioni delle prestazioni è utile riepilogare le riduzioni così ottenute delle prestazioni per pensionati o aderenti e con riferimento alle gestioni ordinaria ed integrativa:
Pensionati Gestione Ordinaria (n. 10.651 pensioni):
a) le pensioni che non subiscono alcuna riduzione sono 6;
b) le pensioni che subiscono una riduzione fino al 30%, sono 260 (2,5% del totale);
c) le pensioni che subiscono una riduzione compresa tra il 30% e il 50%, sono 5.777 (54,2 %);
d) le pensioni che subiscono una riduzione superiore al 50%, sono 4.608 (43,3%);
La riduzione media delle pensioni è del 48,7%.
Aderenti Gestione Ordinaria (n. 22.543):
a) gli aderenti che non subiscono alcuna riduzione di pensione sono 7.094 (il 31,5% del totale);
b) gli aderenti che subiscono una riduzione della pensione fino al 10%, sono 1.978 (8,8%);
c) gli aderenti che subiscono una riduzione della pensione dal 10% al 20%, sono 2.941 (13,0%);
d) gli aderenti che subiscono una riduzione della pensione dal 20% al 35%, sono 5.589 (24,8%);
e) gli aderenti che subiscono una riduzione della pensione superiore al 35%, sono 4.938 (21,9%);
La riduzione media delle pensioni, che interverrà al momento della quiescenza, è del 27,2%.
Pensionati Gestione Integrativa (n. 9.575):
a) le pensioni che non subiscono alcuna riduzione sono n. 166;
b) le pensioni che subiscono una riduzione fino al 20%, sono 1.968 (20,6%);
c) le pensioni che subiscono una riduzione dal 20% al 30%, sono 4.043 (42,2%);
d) le pensioni che subiscono una riduzione superiore al 30%, sono 3.385 (35,4%);
La riduzione media delle pensioni è del 27,2%
Aderenti Gestione Integrativa (n. 18.811):
a) gli aderenti che non subiscono alcuna riduzione di pensione sono 14.714 (il 78,2% del totale);
b) gli aderenti che subiscono una riduzione della pensione fino al 10%, sono 1.182 (6,3%);
c) gli aderenti che subiscono una riduzione della pensione dal 10% al 20%, sono 989 (5,3%);
d) gli aderenti che subiscono una riduzione della pensione dal 20% al 30%, sono 1.057 (5,6%);
e) gli aderenti che subiscono una riduzione della pensione superiore al 30% sono 861 (4,6%);
La riduzione media delle pensioni maturate pro-quota a fine 2014, che interverrà al momento della quiescenza, è del 6%.
La situazione di equilibrio così ricostituita dovrà essere verificata anno per anno sulla base delle risultanze di bilancio tecnico, a cominciare dalla valutazione attuariale al 31/12/2015, la prima ad incorporare l’effetto delle misure di riequilibrio, tenendo conto della reale esperienza del fondo, rispetto alle ipotesi adottate, e di basi tecniche aggiornate tempo per tempo.
Non si escludono, quindi tagli ulteriori e futuri all’aggravarsi della situazione.
Da ultimo il sistema di rivalutazione delle pensioni:
– per la Gestione Ordinaria è stata eliminata la rivalutazione prevista dalle precedenti norme dello Statuto che collegava direttamente alle risultanze del bilancio tecnico la facoltà di riconoscere la rivalutazione delle pensioni;
– per la Gestione Integrativa è stato invece previsto un sistema di rivalutazione che, oltre a basarsi sul criterio previgente, con un incremento dello 0,5% della percentuale di assorbimento del rendimento finanziario da parte del Fondo, prevede un livello massimo di rivalutazione corrispondente al tasso di inflazione registrato nell’anno precedente.
Per finalità connesse alla specifica fase che il Fondo sta vivendo, la rivalutazione del 2015 e 2016 è nulla.
Inoltre, contrariamente a quanto previsto nel piano di riequilibrio votato da tutte le Parti Sociali meno lo SNA, con la mediazione del Ministero del Lavoro, i tagli colpiscono anche le rendite di reversibilità e invalidità, e del contributo delle imprese di 20 milioni di euro non vi è più traccia.