Di Lucio Berno
A stabilirlo una recente sentenza della Corte di Cassazione III sezione civile (che si allega integralmente dato l’estremo interesse) che conferma una serie di importanti principi.
I giudici hanno infatti chiarito, con una lunga e articolata motivazione, che l’eventuale aumento del 30% riguarda solo la significativa alterazione della vita quotidiana. Tale danno, quindi, deve tenersi ben distinto rispetto al dolore interiore l’uno e l’altro risarcibili unicamente se rigorosamente provati.
Accantonata definitivamente la tesi di unicità del danno biologico ecco che se esiste la necessità di valutare il danno secondo criteri non più standard “sarà funzione della dimostrata peculiarità del caso concreto in relazione al vulnus arrecato alla vita di relazione del soggetto” esso potrà essere maggiorato del 30% mentre per quanto riguarda il “dolore interiore” esso dovrà essere sottoposto a diversa indagine e valuazione.