di Paola Valentini
Aumenta la fiducia degli italiani per le reti di promotori finanziari. In base all’ultimo sondaggio condotto da Gfk-Eurisko per conto di Assoreti, oggi gli investitori che si dicono propensi a farsi consigliare da un pf sono l’11%, quasi il doppio rispetto al 6% del 2012, anno dell’ultima rilevazione.
Un bacino potenziale di 1 milione di clienti al quale, non a caso, tutte le reti puntano. Soprattutto considerando che la ricchezza finanziaria, in base alle previsioni di Prometeia, continua a crescere, perché per motivi prudenziali gli italiani restano più formiche che cicale. Tanto che si stima un aumento medio annuo del 4% della ricchezza finanziaria delle famiglie da qui al 2017, anno in cui dovrebbe salire dai 4 mila miliardi di euro di fine 2014 a 4.500 miliardi grazie a una propensione al risparmio che sta tornando ai livelli pre-crisi dopo 10 anni, come rileva l’analisi di Gfk-Eurisko. Tutti fattori che favoriscono operatori come le reti di pf che, sono di solito più reattivi delle banche nell’intercettare il risparmio degli italiani, anche se negli ultimi mesi devono fare i conti con la concorrenza di queste ultime che hanno riscoperto l’asset management per compensare il calo dei margini sull’attività tradizionale. Ma le banche devono riconquistare la fiducia dei clienti perché, come risulta dal sondaggio Gfk-Eurisko, solo il 26% risponde che queste sono di aiuto alle famiglie, una quota in costante calo dal 2011 quando era al 50%. «Dal 1999, attraverso un trend costantemente positivo, le associate ad Assoreti hanno raggiunto una raccolta netta complessiva di 235 miliardi e curano il risparmio di 3,5 milioni di clienti che hanno affidato masse per 340 miliardi», spiega il presidente dell’Assoreti, Matteo Colafrancesco.
Un ruolo che si sta rafforzando perché le reti continuano a mettere a segno risultati record di raccolta.
In base ai dati Assoreti da inizio anno Azimut è prima per flussi medi netti per pf. Nei primi quattro mesi del 2014, il gruppo guidato da Pietro Giuliani, che conta su 1.533 pf, ha avuto una raccolta media pro-capite pari a 1,02 milioni, mentre Banca Generali, guidata da PierMario Motta, con 1.665 pf, ha toccato 869 milioni. A fine 2014 Banca Generali era al primo posto invece con flussi per pf di 2,45 milioni contro i 2,37 milioni di Azimut . Ma se si considerano i soli risparmi che sono confluiti nei prodotti gestiti e assicurativi, che sono ben più remunerativi, a fine aprile è prima Banca Generali con una raccolta per pf di 879 mila euro contro 821 mila euro di Azimut . In questo testa a testa c’è da rilevare che prima per raccolta totale è Finecobank con 1,9 miliardi nei quattro mesi, seguita da Azimut con 1,56 miliardi, Banca Mediolanum con 1,48 miliardi, BancaGenerali con 1,44 miliardi. Ma in base ai dati di maggio, che per ora ha diffuso la sola Banca Generali , l’istituto ha raccolto altri 435 milioni. «Il risultato di maggio evidenzia una forte accelerazione nella domanda di consulenza finanziaria con un contributo rilevante dall’acquisizione di nuova clientela», spiega Banca Generali . La raccolta nei primi cinque mesi dell’anno sale a 1,9 miliardi, il 51% in più sullo stesso periodo 2014, che era già sui massimi: «La raccolta netta è stata interamente realizzata da clientela retail, in un contesto finanziario complesso e caratterizzato da rendimenti obbligazionari prossimi allo zero».(riproduzione riservata)