La sperimentazione dell’auto a guida autonoma prosegue a ritmi molto veloci, ma a sentire KPMG le compagnie di assicurazioni sarebbero in notevole ritardo. In particolare la maggior parte degli assicuratori property/casualty pensa che nel giro dei prossimi dieci anni, il business auto non avrà alcun impatto da questo tipo di vetture a tecnologia avanzata. Pertanto, nessuno di loro ha iniziato a lavorare per adeguare il modello di business al nuovo tipo di autovetture senza guidatore.

Secondo il report Era of Autonomous Vehicles della società di consulenza KPMG, molti manager pensano che saranno gli stessi governi a rallentare l’introduzione dei veicoli a guida autonoma sulle nostre strade.

Lo studio – realizzato attraverso un campione di manager e dirigenti senior dell’industria assicurativa statunitense, in rappresentanza di compagnie che valgono una raccolta premi complessiva di 85 miliardi di dollari – ha quindi certificato il generale scetticismo dell’industria assicurativa circa la portata innovativa delle auto a guida autonoma sul mercato delle polizze. Almeno nel breve periodo.

Nel frattempo l’evoluzione più recente del settore automobilistico è tutta sviluppata intorno alla tecnologia che ha ormai assunto un ruolo determinante in un “nuovo” concetto di auto, dove sicurezza, contenimento dei costi e infotainment, sono le tre principali direttrici di sviluppo perseguite dalle case automobilistiche.

Inoltre, diverse aziende automobilistiche stanno acquisendo una crescente coscienza ecologica creando dei sistemi di car-sharing interni, che offrono la possibilità ai propri dipendenti di guidare anche un’auto elettrica per le tratte cittadine e una termica nei giorni in cui devono percorrere delle tratte più lunghe.

Tornando agli assicuratori, i pochi che hanno preso qualche provvedimento, secondo KPMG lo hanno fatto perché ritengono che i primi effetti delle nuove auto a guida autonoma si vedranno nell’arco temporale di 6-10 anni.

Infatti, se la percentuale di manager che non si aspetta impatti dalle auto a guida autonoma prima del 20125 è risultata pari all’84%, il 42% ritiene invece che i primi cambiamenti si avvertiranno nei prossimi 6-10 anni. Circa i tre quarti degli assicuratori intervistati (74%) si sentono del tutto impreparati, nel caso le nuove auto iniziassero a circolare oggi

Il 55% del campione ritiene poi che i Regulator agiranno da freno sullo sviluppo delle auto senza guidatore. Percentuale, quest’ultima, che spiega in parte il perché gli assicuratori spostino su tempi molto lunghi l’impatto di questo nuovo concetto di automobile. Atteggiamento che peraltro KPMG giudica sbagliato.

“L’irruzione sul mercato delle auto a guida autonoma creerà un vero e proprio trambusto per l’intero sistema automobilistico e il cambiamento sarà molto più veloce rispetto a quanto pensi la maggioranza degli assicuratori”, ha affermato Jerry Albright, responsabile della practice Actuarial and Insurance Risk di KPMG.

Secondo Albright lo sviluppo di nuove tecnologie rende le auto molto più sicure rispetto al passato e questo va a impattare, ad esempio, sulla frequenza dei sinistri e quindi sulla sottoscrizione delle polizze. “Per restare in linea con i tempi del processo innovativo – ha aggiunto Albright – gli assicuratori dovranno valutare la loro esposizione e fare gli opportuni aggiustamenti al loro modello di business e alla strategia aziendale”.

Secondo la ricerca solamente il 29% dei manager si ritengono bene informati sul nuovo concetto di auto autonoma, mentre una piccola percentuale del 10% ha detto di aver già sviluppato un piano strategico per attenuare l’impatto. La maggioranza degli intervistati ha sostenuto di essere ancora “nella fase di discussione” o di non aver fatto ancora nulla in merito, pur riconoscendo che bisognerà adattare il business alla prevista diminuzione dei sinistri e, di conseguenza, del calo dei premi delle polizze auto.

Per quanto riguarda le aree di business maggiormente coinvolte dall’arrivo delle auto a guida autonoma, i manager hanno citato: sottoscrizione (61%); product management (52%), sinistri (52%).

Secondo KPMG gli assicuratori devono anche tenere conto delle novità che emergono in materia di mobilità, come il car-sharing e Uber.

Poiché il car-sharing si sta diffondendo a ritmi sostenuti, così come stanno diventando popolari i servizi on-demand come Uber e Lyft, le linee commerciali probabilmente guadagneranno quote maggiori dell’intera torta assicurativa, a fronte della riduzione della componente privata, mentre assumeranno grande rilevanza gli aspetti liability legati allo sviluppo di software che assumeranno il controllo dell’auto.

Circa l’impatto dei veicoli autonomi sull’industria assicurativa nei prossimi 10 anni, i manager statunitensi si aspettano un’ampia evoluzione di tutto i sistema. In particolare, il 42% del campione prevede l’arrivo sul mercato di sottoscrittori di nicchia e il 39% di nuovi provider.