Il panorama finanziario si avvia sempre più verso uno scenario di tipo giapponese, con tassi di rendimento particolarmente ridotti. È l’effetto delle recenti manovre di politica monetaria espansiva, della Federal reserve statunitense prima e della Bce poi con il Quantitative easing. Quali sono gli effetti sui sistemi di previdenza complementare? Come sottolineato dall’Eiopa nel proprio recente Financial Stability Report, il Qe può creare nell’area euro condizioni favorevoli per assicurazioni e fondi pensione nel lungo periodo consentendo il crearsi di condizioni di miglioramento nella crescita economica. Nel breve periodo l’effetto è però quello di avere ulteriormente abbassato il livello dei tassi di interesse risk free esercitando una pressione addizionale sui modelli con rendimento garantito e a prestazione definita. Il programma di acquisti potrebbe poi ridurre significativamente il volume di mercato di alcune asset class.
Si palesa allora concretamente uno scenario che l’Eiopa definisce come un double hit (doppio colpo) che combina le riduzioni nei valori degli attivi con un più basso livello del tasso privo di rischio. Anche il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, ha parlato degli effetti del Qe nelle proprie Considerazioni finali in cui ha evidenziato come i timori che il programma possa incentivare l’assunzione di rischi eccessivi nella ricerca di rendimenti più elevati, generare tensioni nella liquidità di alcuni segmenti di mercato, danneggiare alcune categorie di operatori finanziari quali assicurazioni e fondi pensione. Questi rischi, ha sottolineato il governatore, vanno attentamente considerati ma non sopravvalutati, non essendoci al momento segnali che i bassi tassi di interesse stiano determinando l’insorgere di squilibri generalizzati. Di fondamentale importanza è in ogni modo il ruolo delle autorità di vigilanza. In questa prospettiva allora occorre guardare con particolare attenzione al lancio da parte dell’Eiopa degli stress test sugli Iorps, i fondi pensione occupazionali, fino al 10 agosto, che seguono quelli già condotti sul settore assicurativo lo scorso anno. I risultati consentiranno all’authority europea di sviluppare ulteriormente il proprio parere, previsto nel marzo 2016, alla Commissione in materia di regole di solvibilità per i fondi pensione. L’obiettivo è quello di valutare la capacità dei fondi di reagire a scenari avversi dei mercati finanziari e della longevità. L’esercizio è condotto con il concorso delle autorità di vigilanza nazionali in 17 Paesi europei caratterizzati da una presenza significativa dei fondi pensione, compresa l’Italia, e dovrebbe coprire almeno il 50% di ogni mercato nazionale. Lo stress test sarà accompagnato poi anche da un quantitative impact assessment con riferimento alle ulteriori implementazioni della direttiva Solvency II agli stessi Iorps, soprattutto con riferimento al tema rendite. Con riferimento ai soli fondi pensione a contribuzione definita verranno analizzati gli effetti di una serie di shock sulle prestazioni future. (riproduzione riservata)