di Luca Gualtieri
Ieri ha corso come un treno il titolo Mps nella penultima giornata dell’aumento di capitale da 3 miliardi. A Piazza Affari le azioni della banca senese hanno guadagnato il 2,66% a 1,86 euro, complici l’attesa per le misure sulle sofferenze (poi rimandate) e i rumor su forti acquisti da parte di investitori stranieri.
L’operazione si concluderà oggi e i risultati dovrebbero essere annunciati a borsa chiusa, probabilmente in serata.
Gli occhi del mercato sono puntati sugli acquisti di alcuni fondi internazionali che potrebbero dare un contributo significativo all’esito della ricapitalizzazione. L’agenzia MF-Dow Jones ha parlato di acquisti da parte di fondi Usa che potrebbero contribuire alla costituzione del nuovo patto di sindacato della banca. L’attuale nocciolo duro composto da FondazioneMps, Fintech Advisory e Btg Pactual è infatti sceso dal 9 al 5,48% del capitale alla vigilia dell’aumento e il socio brasiliano Btg Pactual potrebbe presto fare definitivamente marcia indietro. Ecco perché a Siena si starebbe lavorando alla costituzione di una nuova alleanza nella quale, a fianco della Fondazione, potrebbero giocare un ruolo significativo proprio i nuovi investitori stranieri. Tra i nomi che circolano con maggiore insistenza nelle sale operative ci sono quelli di hedge fund come Paulson & Co e York Capital Management, che da qualche tempo hanno rivolto la loro attenzione al mercato italiano.
In questa fase del resto un investitore internazionale avrebbe più di un motivo per puntare su Mps. Se da un lato il percorso di risanamento guidato dall’amministratore delegato Fabrizio Viola potrebbe dare i suoi frutti con un ritorno alla redditività, dall’altro lato l’ipotesi di un’aggregazione aumenta notevolmente l’appeal speculativo del titolo. Ovviamente non tutti i nuovi azionisti saranno interessati alla governance, ma c’è chi sostiene che qualche soggetto potrebbe entrare nel patto e chiedere al presidente uscente Alessandro Profumo di restare alla guida della banca.
In ogni caso, non si guarda solo all’estero. Gli occhi del mercato sono puntati anche sull’imprenditore Alessandro Falciai. L’ex numero uno di Dmt che dallo scorso anno custodisce con la sua Millennium Partecipazioni l’1,7% del Monte è molto corteggiato dai poteri senesi ed è risultato assai attivo nel corso dell’aumento di capitale. A lui insomma e ai fondi di Oltreoceano si guarda come ai possibili perni della nuova governance. Questi temi e l’andamento generale dell’aumento dovrebbero essere al centro della riunione delle due deputazioni della Fondazione che si riuniranno domani per fare il punto su molti argomenti. Se gli aspetti di più stretta attualità dovrebbero essere trattati nelle comunicazioni del presidente Marcello Clarich, sul tavolo c’è anche la modifica dello statuto ai sensi del protocollo Acri-Mef, l’andamento delle azioni di responsabilità e l’analisi dei verbali delle sedute precedenti.
Oggi comunque l’attenzione sarà concentrata sui risultati dell’aumento sui quali c’è un cauto ottimismo. Fonti vicine al consorzio di garanzia capitanato da Ubs e Citigroup si aspettano che l’operazione venga sottoscritta quasi completamente e che la soglia di inoptato risulti minimale, come già accaduto nell’operazione da 5 miliardi dello scorso anno. (riproduzione riservata)