di Anna Messia
Non si può prescindere dalle scelte già fatto dal legislatore europeo quando si decide di regolamentare il settore bancario italiano. Dopo l’avvio del progetto di Unione Bancaria, il 4 novembre scorso, il rischio è infatti di creare disparità e inefficienze, che si potrebbero ripercuotere sulla capacità degli istituti di supportare l’economia. È stata questa la premessa dell’intervento del direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini, chiamato ieri dalla commissione Finanze della Camera a esprimere il suo giudizio sul disegno di legge sulla concorrenza. «Qualsiasi normativa che impatta sul settore bancario deve tener conto di questo fatto nuovo», ha dichiarato Sabatini, «e in tale contesto anche le norme che disciplinano i servizi di pagamento e la comparabilità dei prezzi dei servizi bancari in generale non possono sfuggire a una logica totalmente europea», ha aggiunto, puntando l’attenzione sul fatto che «il permanere di regole nazionali si porrebbe in netta contraddizione con i principi fondanti dell’Unione Bancaria e dell’integrazione del mercato finanziario dei paesi Ue».
Nel caso dell’articolo 24 del ddl concorrenza, che riguarda la comparabilità delle spese dei conti di pagamento, il trasferimento dei conti stessi e l’accesso ai conti di base, l’Abi ha puntato per esempio l’attenzione sui rischi di «un anticipo temporale rispetto ai processi di armonizzazione a livello europeo previsti dalla direttiva Pad». Il pericolo, più in particolare, è di creare siti internet di confronto che poi si rivelino non completamente coerenti rispetto alle previsioni delle direttiva. Anche l’articolo 25 del ddl, che regolamenta le polizze abbinate ai mutui, presenta più di qualche criticità. Perché «la proposta in esame appare in contraddizione con l’orientamento del legislatore comunitario», ha osservato Sabatini, e soprattutto perché le nuove regole potrebbero provocare una «maggiore prudenza da parte dei finanziatori nella valutazione del merito creditizio». In altri termini, per i clienti potrebbe essere più difficile accedere a un mutuo. (riproduzione riservata)