di Luca Gualtieri
L’elezione del successore di Alessandro Profumo dovrà giocoforza passare attraverso l’assemblea dei soci di Banca Mps, che potrebbe essere convocata alla fine dell’estate, presumibilmente nel mese di settembre. L’articolo 13 dello statuto dell’istituto senese non lascia alternative e prevede espressamente che la nomina del presidente sia deliberata dall’assemblea.
Se il passo indietro di Profumo avvenisse, come previsto, in concomitanza con l’approvazione della semestrale attesa per il 6 agosto, il cda potrebbe convocare subito l’assemblea. Considerando i 30 giorni previsti tra la convocazione e l’assise, i soci potrebbero riunirsi nella seconda o terza settimana di settembre, anche se sulla data c’è ancora la massima cautela. La volontà della banca comunque sarebbe quella di far durare il meno possibile il periodo di vacatio, durante il quale l’interim sarà affidato all’attuale vice presidente Roberto Isolani, espressione del fondo brasiliano Btg Pactual. Anche perché gli assetti proprietari di cui il nuovo presidente sarà espressione sono ancora tutti da definire. La prossima settimana Consob dovrebbe rendere nota l’identità dei nuovi azionisti con una partecipazione superiore al 2%. Contestualmente la Fondazione si attiverà per rinegoziare e possibilmente ampliare il patto di sindacato, sceso nel frattempo dal 9 al 5,48% del capitale alla vigilia dell’aumento da 3 miliardi.
Nelle ultime sedute di borsa si è speculato molto sugli acquisti compiuti dagli investitori internazionali, a partire dagli hedge fund statunitensi che potrebbero giocare un ruolo decisivo nella nuova governance. Ma non si guarda solo all’estero. Gli occhi del mercato sono puntati anche sull’imprenditore Alessandro Falciai, che dallo scorso anno custodisce tramite la sua Millennium Partecipazioni l’1,7% del Monte. L’exploit nel corso dell’ultima assemblea di bilancio è stato dei più incoraggianti, visto che la sua lista ha ottenuto quattro posti in consiglio di amministrazione, uno in più rispetto ai francesi di Axa. Ecco perché oggi i poteri senesi guardano a Falciai come al possibile alleato di domani.
L’incertezza sulla nuova compagine azionaria rende insomma prematura ogni previsione sull’identità del futuro presidente. Di certo la Banca d’Italia e il Tesoro (che da luglio avrà il 4% del capitale) potrebbero giocare un ruolo decisivo nel processo di selezione. Il nome di Pietro Modiano, citato ieri dal Messaggero, sarebbe uno dei favoriti in ambienti romani, ma in due mesi molte cose potrebbero cambiare. E non si esclude la presentazione in assemblea di più candidature, una delle quali sostenuta dai fondi di investimento, oggi ben posizionati nel capitale del Monte. (riproduzione riservata)