di Anna Messia
La scommessa sull’Italia finora si è rivelata vincente, portatrice di soddisfazioni e buoni rendimenti. Tanto che il colosso assicurativo francese Axa è pronto a dare ancora fiducia al mercato tricolore, mantenendo stabile l’investimento di 20 miliardi di euro in titoli governativi italiani.
E soprattutto, nel momento della verità, resterà a fianco dello storico partner locale, ossia il Monte dei Paschi di Siena, che lunedì 9 giugno darà avvio alla ricapitalizzazione da 5 miliardi di euro (si veda articolo a pagina 18). L’istituto di credito toscano si appresta a effettuare la più grande operazione nella stagione degli aumenti di capitale delle banche italiane, che ha già coinvolto gruppi come il Banco Popolare(ricapitalizzazione da 1,5 miliardi di euro), la Banca Popolare di Vicenza (1 miliardo) o Banca Carige (800 milioni), dopo i 7,5 miliardi di euro richiesti al mercato daUnicredit nel corso del 2012. Nel caso della banca senese l’emissione servirà per rimborsare i Monti Bond al Tesoro e potrà far calare la spesa salata per interessi. Servirà insomma per rimettere definitivamente in carreggiata l’istituto. E Axa, che della banca senese è partner industriale nell’ambito di due joint venture assicurative (una nel ramo Vita e l’altra nel Danni) ed è anche azionista con il 3,72%, non si tirerà di certo indietro, come ribadito dal presidente e amministratore Henri de Castries venerdì 6 giugno, a soli tre giorni dalla partenza dell’aumento di capitale di Mps. «Faremo la nostra parte, siamo pronti alla ricapitalizzazione pro quota», dichiara il top manager assicurativo francese. «Supporteremo i vertici dell’istituto, a partire dal presidente Alessandro Profumo e dall’amministratore delegato Fabrizio Viola, con l’obiettivo di dare alla banca una governare chiara e trasparente». De Castries specifica anche che in caso di rimescolamento della composizione della compagine azionaria di Rocca Salimeni non ci sarà comunque un incremento della partecipazione da parte di Axa. La compagnia non parteciperà neppure al patto che raccoglie il 9% delle azioni cui aderiscono la Fondazione Mps, i brasiliani di Btg Pactual e gli americani di Fintech Advisory, in quanto creerebbe problemi legali legati alla presenza di Axa negli Stati Uniti. «Ma questo non vuole dire che non possiamo avere una visione comune» con questi tre azionisti forti di Mps, chiarisce de Castries, aggiungendo che si guarderà con attenzione alla governance della banca. «Non vogliamo che ci siano azionisti che contano più di altri», ha detto il numero uno del gruppo e tantomeno un assetto di governo non trasparente «come avvenuto in passato; a questo proposito abbiamo fiducia nel fatto che anche questa volta la Banca d’Italia farà il suo lavoro».
Insomma, fiducia sì, ma non incondizionata. Proprio come nel caso dell’investimento in titoli di Stato italiani, nei quali Axa ha sempre dimostrato di credere, anche quando nel recente passato i mercati avevano voltato le spalle ai titoli del debito pubblico di Roma. Già due anni fa, quando i tassi d’interesse erano tra il 5-6%, la compagnia assicurativa decise di incrementare il proprio investimento in titoli pubblici italiani, salendo da 16 miliardi ai 20 miliardi di euro di fine 2013 e portando a casa una plusvalenza implicita di 1 miliardo. Il gruppo aveva apprezzato la volontà riformatrice del governo di Mario Monti e poi dell’esecutivo di Enrico Letta. Ha avuto ragione, visto il restringimento dello spread, e ora guarda con attenzione ai programmi annunciati da Matteo Renzi. «Il vostro è stato l’unico governo che ha vinto le elezioni europee», sottolinea de Castries. «È stata premiata la volontà di agire a dispetto di altri governi statici», aggiunge, ma ora agli annunci «devono seguire i fatti e la fiducia sarà confermata quando vedremo realizzate le riforme strutturali, partendo da quella del lavoro».
Intanto c’è soddisfazione per i risultati raggiunti dalle joint venture con Mps e da AxaAssicurazioni in Italia. Nel 2013 è stata introdotta una nuove governance per le compagnie presenti nel Paese. Sono state messe a fattor comune attività delle società con l’avvio del progetto Axa One. Axa Assicurazioni e Axa Mps sono rimaste compagnie distinte ma sviluppano sinergie congiunte e Frederic de Courtois ha ricevuto la delega come amministratore unico di Axa Italia, che ha chiuso il 2013 con un utile di 324 milioni, in crescita del 30%, e 6,3 miliardi di premi (+12%). Axa Italia che ha così oggi una quota di mercato in Italia di circa il 5% sia nel ramo Danni sia nel Vita. (riproduzione riservata)