di Andrea Di Biase
Non ci sono solo Eni ed Enel tra le blue chip italiane nel portafoglio della People’s Bank of China.
La banca centrale di Pechino, che a fine marzo ha reso noto di detenere il 2,071% del capitale dell’ex monopolista elettrico e il 2,102% del cane a sei zampe, possiede anche lo 0,2% circa di Generali, il principale gruppo assicurativo italiano ma con proiezione sempre più internazionale, e diUnipolSai, la compagnia nata dall’integrazione tra Unipol Assicurazioni eFondiaria-Sai, che attualmente rappresenta la seconda forza sul mercato assicurativo italiano, con posizione di leadership nel mercato dell’Rc Auto. Ovviamente, anche alla luce delle differenti quote di capitale possedute dalla People’s Bank of China (guidata da Zhou Xiaochuan) nelle due società energetiche e nei due gruppi assicurativi, i due tipi di investimento non possono essere comparati.
Per superare il 2% dell’Enel la banca centrale cinese ha infatti speso circa 800 milioni, mentre il 2,1% dell’Eni è costato 1,3 miliardi. Tuttavia, anche se lo 0,2% di Generali e UnipolSai, agli attuali prezzi di mercato, valgono rispettivamente 51,7 milioni e 11,5 milioni, la presenza di capitali cinesi nei due dei principali gruppi finanziari italiani, fortemente esposti verso i titoli di debito della Repubblica, rappresenta comunque un segnale di fiducia nel Paese. A fine marzo l’esposizione del gruppo triestino ai titoli sovrani italiani era pari a 58,85 miliardi a fair value, in aumento dai 57,7 miliardi di fine dicembre 2013, mentre alla stessa data nel portafoglio di UnipolSaifiguravano 33,36 milioni di titoli del debito italiano su investimenti complessivi per 46,1 miliardi. La notizia della presenza della People’s Bank of China nel capitale dei due gruppi assicurativi, appresa dai verbali assembleari delle due società (pubblicati pochi giorni fa) arriva proprio alla vigilia della visita del presidente del consiglio, Matteo Renzi, in Cina, in agenda per mercoledì 11 giugno. In quell’occasione, come anticipato sabato da Milano Finanza, Renzi vedrà il primo ministro Li Keqiang ma dovrebbe essere ricevuto anche dal presidente Xi Jinping. Il premier sarà accompagnato dal ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, che incontrerà la sua controparte cinese, l’influente Gao Hucheng. Il viaggio istituzionale prevede una nutrita presenza di imprenditori al seguito, a partire dai nuovi vertici di Eni, Enel e Finmeccanica. Data per certa anche la partecipazione dell’amministratore delegato di Unicredit Federico Ghizzoni, e del presidente della Fiat John Elkann. L’evento clou al centro della visita del premier a Pechino sarà il Business Forum sino-italiano, organizzato da Confindustria, dal ministero dello Sviluppo Economico e degli Affari Esteri e dall’Ice con l’Ambasciata d’Italia a Pechino, nell’ambito del quale si getteranno le basi per investimenti reciproci, incoraggiando iniziative concrete tra la Cassa Depositi e Prestiti e qualificate controparti cinesi (si fa riferimento alla China Investment Corporation e alla China Development Bank). (riproduzioner riservata)