di Andrea Montanari
Come nelle intenzioni iniziali, ma con più difficoltà del previsto, la Fondazione Carige scende al 19% della banca della quale fino a pochi mesi fa deteneva il 46,6%.
Ora parte la fase-due per la banca che lunedì 16 lancerà l’aumento da 800 milioni con uno sconto atteso del 30-40% sul Terp. «Non ci sono problemi di solidità della banca», ha dichiarato ieri il presidente Cesare Castelbarco Albani. «Stiamo mettendo in atto una politica di grande discontinuità rispetto al passato, che vuole essere improntata alla trasparenza, alla serietà e alla correttezza. Su questo c’è l’impegno mio personale e dell’ad». Una politica che prevede, come anticipato dal Secolo XIX sabato scorso, l’uscita di molti manager della vecchia gestione a partire dal dg Ennio La Monica, Mario Cavanna, Daria Bagnasco e Giacomo Ottonello. «Un conto era la banca di prima e un altro è la banca di adesso», ha proseguito il presidente dell’istituto. «Rimane una profonda amarezza acuita dal fatto che in alcuni momenti non si distingue tra il passato e il presente e che la banca viene accomunata a questa vicenda», ossia l’inchiesta della Procura di Genova che ha portato all’arresto tra gli altri dell’ex presidente Giovanni Berneschi.
Ieri, i pm Silvio Franz e Nicola Piacente durante l’udienza del Riesame per tre degli arrestati nell’operazione sulla maxitruffa hanno prodotto alcuni manoscritti (appunti, schemi societari e trasferimenti di quote) che dimostrerebbero l’illiceità dell’operazione di acquisizione di un albergo in Svizzera.