Di Francesco Ninfole
Fineco sbarcherà a Piazza Affari il 2 luglio e promette dividendi «generosi», secondo quanto anticipato dall’amministratore delegato della banca multicanale Alessandro Foti ieri a Milano alla presentazione dell’ipo. Il manager non ha dato indicazioni precise sul payout, che è stato attorno al 70% negli anni scorsi, ma ha assicurato: «Considerando i tassi di crescita e il modello di business capital light, riteniamo di poter avere nei prossimi anni una politica di dividendi nella fascia alta di mercato, sempre nel rispetto dei ratio patrimoniali».
Il 26 giugno sarà fissato il prezzo di collocamento delle azioni: la forchetta indicata è tra 3,5 e 4,4 euro, che comporterà una valorizzazione totale di Fineco tra 2,1 e 2,6 miliardi di euro.
Sul mercato arriverà il 30% del capitale (che salirà al 34,5 in caso di esercizio della greenshoe), che è stato messo in vendita daUnicredit ed è stato offerto per il 90% a investitori istituzionali e per il 10% al pubblico retail. La quota che sbarcherà sul mercato avrà così un valore tra 637 e 800 milioni. Unicredit, che ha oggi in bilancio il 100% di Fineco a poco più di un miliardo di euro, realizzerà una plusvalenza patrimoniale che si collocherà all’interno delle manovre sul capitale che erano state stimate complessivamente a 30 punti base nel piano industriale del gruppo.
La quotazione sarà un’offerta pubblica di vendita (opv) senza aumento di capitale.
A tal proposito, Foti ha spiegato che Fineco ha già il 16% di common equity tier 1 e quindi non ha bisogno di nuove risorse patrimoniali. La banca multicanale prevede una crescita organica: nessun dossier è aperto per nuove acquisizioni. L’attività resterà concentrata sull’Italia. Foti ha evidenziato gli ostacoli che impediscono di introdurre il modello di business di Fineco in nuovi Paesi e ha inoltre ricordato che, nonostante i bassi tassi di crescita, l’Italia è uno dei migliori mercati per quanto riguarda il risparmio, grazie alla ricchezza delle famiglie superiore alla media. Fineco continuerà a puntare su tre settori chiave: il banking, il brokerage e l’investing. La banca vede tassi di crescita elevati soprattutto in quest’ultimo comparto.
Nel 2013 Fineco ha realizzato un utile netto di 85,2 milioni, con ricavi totali per 370,3 milioni e il roe al 23,6%. Nel primo trimestre di quest’anno l’utile netto è stato di 36,9 milioni, con ricavi a 112,3 milioni. I promotori finanziari a fine marzo 2014 erano 2.479, gli asset finanziari si attestavano a 45,6 miliardi. Fineco, su un totale di asset di 18,3 miliardi, ha in bilancio 8,6 miliardi di bond Unicredit: Foti ha sottolineato che l’investimento in obbligazioni della capogruppo «è la migliore opzione possibile» per assorbimento di capitale, rendimento e classificazione contabile. «Non abbiamo nessun vincolo che ci impone di investire nei bond Unicredit», ha precisato. (riproduzione riservata)