Adriano Bonafede
Milano M entre sfodera i brillanti risultati del 2013, Frédéric de Courtois sottolinea «Axa è sempre aperta ad acquisizioni al prezzo giusto e per le cose giuste ». L’amministratore delegato di Axa Italia – che comprende la compagnia Axa Assicurazioni e la joint venture con il Monte dei Paschi, Axa Mps – è ottimista. Sia sulla possibilità di crescere e rafforzarsi in Italia sia sulle prospettive del nostro paese: «La fiducia nasce da dati di fatto: sia interni, grazie a una nuova stabilità politica e a segnali di ripresa; sia esterni, con la Bce decisa a fare di tutto per proteggere l’euro e con l’asset quality review che permetterà alle banche di rafforzare i bilanci una volta per tutte e ripartire con il credito». Ingegner de Courtois, va bene, siete pronti per un’acquisizione, ma l’ultima occasione, quella di comprare un pacchetto di premi da Unipol (costretta a vendere dall’Antitrust dopo la fusione con Fonsai) ve la siete lasciata sfuggire. Perché avete rinunciato? «Prima di rispondere alla sua domanda mi faccia puntualizzare la nostra strategia, basata principalmente sulla crescita per linee interne. La joint venture con Mps ha funzionato molto bene, così come ha funzionato bene la nostra attività assicurativa agenziale attraverso Axa Assicurazioni. I risultati del 2013 ci premiano: abbiamo chiuso l’anno con una raccolta di 6,3 miliardi, con una crescita del 12 per cento. In particolare nel vita, dove raccogliamo 4,7 miliardi, siamo cresciuti del 17
per cento e nel ramo danni siamo rimasti stabili, in un mercato però che è calato di oltre il 4 per cento. La redditività è aumentata: il risultato netto delle nostre attività in Italia è stato di 324 milioni, in crescita del 30 per cento». Ma su Unipol? «Noi studiamo sempre i dossier aperti, ma non necessariamente decidiamo di andare avanti. Ma le posso dire che siamo comunque pronti a investire in Italia, in business di interesse e al prezzo giusto. Siamo convinti che ci siano ancora occasioni sul mercato per i prossimi anni». In Italia voi continuate ad agire attraverso due compagnie. Non sarebbe stato più logico fondere tutto insieme? «Sarebbe stata la soluzione più semplice ma non possiamo perché Axa Mps è una joint venture di cui deteniamo il 50 per cento. Tuttavia stiamo per fare un salto organizzativo in avanti». In che modo? «Axa Mps e Axa Assicurazioni rafforzeranno le sinergie e faranno un consorzio per mettere a fattor comune professionisti, piattaforme informatiche e vari uffici. Il nostro nuovo piano industriale prevede anche la valorizzazione della nostra expertise bancassicurativa con la creazione di due nuovi veicoli, uno danni e uno vita per commercializzare soluzioni assicurative con altri istituti di credito». Lavorerete quindi con altre banche nella bancassurance? E Mps non ha fatto obiezioni? «No, anzi. Mps ha accettato perché il nostro obbiettivo è di aumentare l’efficienza, e quindi i risultati economici. E poi le dico una cosa: a noi piace avere Mps al 50 per cento nella nostra joint venture perché ciò ci permette di allineare e i nostri e i loro interessi nella vendita di polizze. E questo non accade soltanto in Italia: anche altrove preferiamo sempre agire con questo modello di compartecipazione da parte delle banche». Cosa farete con le nuove due compagnie vita e danni? «Venderemo polizze negli istituti di credito. Il mercato è ormai pronto: le banche ispirano fiducia ai clienti anche quando queste vendono contratti di protezione. E noi abbiamo sviluppato in questo campo un’expertise importante, visto che in altri paesi come Francia e Spagna si è già molto più avanti». Voi avete anche il tradizionale canale di vendita delle agenzie. Diventa adesso meno importante con questa riorganizzazione in Italia? «Esattamente il contrario. La vicinanza al cliente, la territorialità e la consulenza cucita intorno al cliente saranno fattori competitivi sempre più importanti. Noi già possiamo contare su una rete di 650 agenzie di grande qualità, vogliamo crescere e abbiamo una strategia di attrazione di agenti professionali dal mercato. Il 2014 ci sta dando grandi soddisfazioni in questo senso». Come evolverà il mercato assicurativo nei prossimi anni? «Fermo restando che abbiamo una grande fiducia nel mercato italiano, sono in atto a livello planetario modificazioni storiche. Ad esempio, noi riteniamo che nei prossimi anni sarà il comparto salute a svilupparsi di più. Ma il mercato assicurativo sarà stravolto anche dall’impatto delle nuove tecnologie e della telematica nell’auto. Serve dunque innovazione ed è quello su cui più puntiamo: vogliamo essere la compagnia che porta innovazione e concorrenza».