di Anna Messia
Il lavorio per l’avvio del nuovo organismo che si dovrà occupare della gestione dell’albo degli intermediari assicurativi e della loro vigilanza sembra arrivato alle battute finali. Il ministero dello Sviluppo Economico, in collaborazione con l’Ivass, ha già chiamato a raccolta i protagonisti del settore e starebbe accelerando per tentare di raccogliere un secondo giro di osservazioni ed emanare il testo definitivo entro luglio, termine indicato dalla legge delega.
Poi in realtà servirà raccogliere il parere del consiglio di Stato e ci sarà bisogno anche di un nuovo passaggio al consiglio dei ministri e della successiva firma del presidente della Repubblica. Un iter che si annuncia quindi piuttosto articolato. Ma almeno al ministero diretto da Federica Guidi sembrano intenzionati a farsi trovare pronti, non senza ricevere qualche osservazione critica da parte dei protagonisti del settore che saranno regolati in questo nuovo organismo, che si chiamerà Oria. Come quelle arrivate dai broker di assicurazione rappresentati nell’Aiba, l’associazione che proprio in questi giorni ha riunito la propria assemblea annuale sotto la presidenza di Carlo Marietti. «Non siamo certi che il modello disegnato sia vincente e soddisfi le critiche mosse dal Fondo monetario internazionale all’Ivass nel 2008, in merito all’assenza di un’efficace sistema di vigilanza sugli intermediari assicurativi», osservano in sintesi dall’Aiba, aggiungendo tra l’altro che la nascita degli organismi di microvigilanza in Italia «rappresenta un modello che non ha eguali in Europa». L’Oria è il terzo organismo di vigilanza che sta per nascere in Italia. Il primo a partire è stato l’Apf, che gestisce l’albo dei promotori finanziari con la supervisione Consob e che dovrebbe a breve dotarsi anche della vigilanza, regolando pure i consulenti finanziari indipendenti (la novità è contenuta nelle bozze del decreto competitività, in attesa oggi di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale). Poi è nato l’Oam, per gli intermediari creditizi, con la supervisione della Banca d’Italia ma a «quattro anni non ha di fatto ancora avviato una concreta attività di vigilanza, lasciando il comparto privo di un vero presidio di controllo», osservano ancora dall’Aiba.
Al di là delle scelte del legislatore, le preoccupazioni dell’associazione dei broker riguardano però più in dettaglio «la mancanza di chiarezza sulla composizione che dovrà avere la nuova assemblea» dell’Oria, che opererà con vigilanza Ivass. E non ci sono dettagli neppure «sui criteri di selezione e nomina del comitato promotore che si dovrà occupare della redazione dello statuto dell’Oria e della gestione dell’organismo nel primo triennio», dicono dall’Aiba, dove osservano pure che il ministero sarebbe pronto a cambiare anche l’impianto sanzionatorio, «in eccesso di delega rispetto alla norma primaria». La seconda sanzione, subito dopo il richiamo, non sarebbe più la censura, ma la sospensione temporanea per sei-otto mesi. «Una misura che per un broker significherebbe uscire di fatto dal mercato», aggiungono dall’Aiba, dove lanciano l’allarme anche su un’altra novità: la bozza di regolamento prevede che i collaboratori degli intermediari dovranno essere solo persone fisiche. «Si rischia così di dover liquidare più di 12 mila aziende», concludono i broker. (riproduzione riservata)