di Andrea Cabrini Class Cnbc

Il rischio principale sui mercati? Proprio la fuga dal rischio. È questo il messaggio che in questa intervista a Class Cnbc lancia James Dilworth, ceo di Allianz Global Investors Europe.

Le obbligazioni Tripla A, secondo il gestore, hanno infatti raggiunto quotazioni troppo alte, e l’aumento della volatilità ne mette in pericolo le quotazioni. L’esito dell’asta dei Bund di ieri, in cui il 20% dell’importo non è stato sottoscritto nonostante la crescita del rendimento, è un segnale in tal senso.

 

Domanda. I mercati sono nervosi, mancano certezze. Quali sono le strategie migliori per uscire da questa situazione?

Risposta. Non è più questione di rischi ma di insicurezza. I mercati sono stati insicuri negli ultimi 45 anni e in tale contesto credo dovremmo ripensare a quali rischi correre. Non dovremmo limitarci ai titoli di Stato ma considerare tutto il resto, le azioni, gli spread, il rischio di credito. Francamente credo che gli investitori debbano guardare a strumenti come il private equity, l’immobiliare e le infrastrutture.

 

D. Gli investitori sono preoccupati dalla reazione forte dei mercati in questo periodo. Crede ci siano alcune bolle finanziarie in procinto di scoppiare?

R.

Credo che l’unica bolla di cui gli investitori debbano veramente preoccuparsi è quella dei bond Tripla A.

D. Però rappresentano la fetta più grande dei titoli mediamente in portafoglio. Che fare?

R. Una delle possibili soluzioni al problema è diversificare tra diverse classi di obbligazioni e investire in azioni, in particolare quelle di Paesi emergenti, ma anche in titoli dai ritorni sicuri.

 

D. I titoli di Stato italiani hanno del potenziale, o i livelli dello spread sono ancora minacciosi?

R. Il rischio di un default dell’Italia si è molto ridimensionato. Questo non significa che non ci sia un rischio di perdita in conto capitale ma, con i rendimenti attuali, credo che comprare titoli italiani a lunga scadenza sia una buona mossa.

 

D. La regola d’oro per diversificare in questa fase di mercato?

R. La diversificazione stessa. Già 50 anni fa si diceva che questa fosse una delle poche garanzie possibili e ciò vale ancora oggi, soprattutto in uscita da una crisi scatenata proprio dalla scarsa diversificazione. E come ho già avuto modo di dire, investire esclusivamente in bond Tripla A aumenta i rischi. Bisogna andare sulle azioni, trarre vantaggio dalla liquidità e anche guardare a Paesi un po’ in difficoltà ma dove il rischio paga, come l’Italia.

 

D. Vedremo la stessa correlazione vista nei momenti peggiori della crisi, quando i mercati si muovevano all’unisono, o questa volta il mercato sarà più selettivo?

R. C’è il rischio di un colpo di coda e in questi casi tutti i paragoni storici perdono significato. Se c’è un accadimento importante sui mercati, tutte le reazioni tendono verso una direzione unica. Ma ora non siamo in una fase di questo tipo e, di nuovo, diversificare è l’unica possibilità per mettere in sicurezza il ritorno sugli investimenti e allo stesso tempo abbassare il livello di rischio del portafoglio.

 

D. Quali titoli azionari sono ancora attraenti e quali i mercati da preferire?

R. Continuo a ritenere che le azioni europee siano attraenti quanto quelle americane. Credo che anche i titoli dei mercati emergenti siano interessanti, ma gli asset più appetibili restano quelli europei e americani, proprio perché vengono da livelli molto bassi.

 

D. Che aspettative ha sui mercati emergenti, in particolare la Cina?

R. Le prospettive di crescita a lungo termine degli emergenti, soprattutto in Asia, restano molto interessanti e un investitore di lungo termine non può esimersi dall’investire in questi mercati. La Cina e altri Paesi della regione sono entrati di recente in una spirale di difficoltà e questo causerà qualche incertezza sui mercati dell’area. Ma a lungo termine non è possibile non investire nella regione. (riproduzione riservata)