Il grido d’allarme, lanciato da anni, si è ripetuto ieri: l’Ivass, l’Istituto di vigilanza sulle assicurazioni, nella sua relazione annuale, ha ribadito che l’alto livello delle tariffe Rc auto è un «fenomeno, di vecchia data, che sta assumendo una connotazione di ingiustizia grave nella fase di difficoltà in cui molte famiglie italiane versano per effetto della crisi che investe il paese». Il presidente dell’istituto, Salvatore Rossi, ha sottolineato che ne è un pericoloso segnale anche il numero crescente di veicoli che circolano sprovvisti di assicurazione». Per questo, «le tariffe possono e debbono scendere, senza pregiudicare la solvibilità delle compagnie, se vengono messi in campo gli opportuni presidi. L’Ivass si adopererà perché questo obiettivo si realizzi». In particolare, secondo Rossi, sull’Rc auto, «nell’interesse dei consumatori onesti e dell’intero sistema, è necessario individuare soluzioni rapide e durature». Le misure «introdotte lo scorso anno dai decreti «liberalizzazioni» e «sviluppo bis», nei quali sono confluite molte delle proposte di riforma avanzate nel 2010 dall’Isvap al governo e al parlamento, già consentono dei progressi. L’Ivass sta redigendo i numerosi regolamenti attuativi. Dobbiamo procedere speditamente, pur con la limitazione delle risorse imposta dalla legge». Rossi ha sottolineato che l’Ivass sta valutando sul tema anche una «iniziativa comune con l’Antitrust». Sul fronte delle società assicurative, «in un contesto di ulteriore contrazione della raccolta, le compagnie, lo scorso anno, hanno prodotto utili per quasi 6 mld. Il loro patrimonio di vigilanza era alla fine dello scorso anno pari al doppio dell’ammontare richiesto nel ramo Vita, a 2,8 volte nel ramo Danni, valori simili a quelli antecedenti la crisi dell’Eurozona». Più nello specifico, Rossi ha sottolineato che l’Ivass sta «seguendo con estrema attenzione alcuni dossier riguardanti primari gruppi assicurativi nazionali destinati a mutare gli assetti del mercato». Il gruppo Generali «ha avviato un importante processo di ristrutturazione, che sta interessando sia i mercati esteri, in cui esso opera, sia il sottogruppo italiano. L’Ivass è chiamato a verificare che sia salvaguardata la sana e prudente gestione delle singole imprese coinvolte e del gruppo nel suo complesso». Al vaglio dell’istituto anche «la seconda fase del progetto di integrazione tra i gruppi Unipol e Fondiaria-Sai. Oggetto di valutazione è, attraverso una serrata interlocuzione con le compagnie interessate e con altre Autorità, la sussistenza dei requisiti prudenziali in capo alla società che risulterebbe dalla fusione». Se l’Ania, attraverso il presidente, Aldo Minucci, non ha voluto rilasciare commenti, più loquaci i consumatori. «Dopo l’Antitrust, anche l’Ivass conferma quello che denunciamo da anni: l’Italia detiene il triste primato delle assicurazioni auto più care d’Europa», ha detto Federconsumatori. Negli ultimi 18 anni (1994-2012), i costi medi delle tariffe Rc auto sono più che raddoppiati, da 391 a 1.350 euro».
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