La gestione del rischio non riguarda soltanto le assicurazioni e le banche: è un’esigenza fondamentale per tutte le imprese, non soltanto come funzione di controllo, ma anche e soprattutto come strumento di protezione del patrimonio aziendale. Il ruolo sempre più cruciale del risk management in un sistema economico-finanziario dominato dalle incertezze è stato oggi al centro della seconda giornata del X Congresso Nazionale degli Attuari, in corso di svolgimento a Roma presso il Salone delle Fontane all’Eur. “E’ ora che i fenomeni economici – ha sostenuto nel suo intervento il presidente del Consiglio Nazionale degli Attuari Giampaolo Crenca – siano valutati secondo l’approccio attuariale per costruire un primo ombrello di protezione tecnico-economico basato su modelli previsionali. Si tratta di un percorso in atto da tempo nelle banche e nelle compagnie di assicurazione, ma ancora poco sviluppato e consolidato nelle altre imprese e in altri settori. La gestione del rischio è il mestiere degli attuari, che possiedono le tecniche quantitative per valutarli”. Rischi inattesi o mal valutati possono creare situazioni irreparabili per le imprese, cui gli attuari offrono la propria loro competenza per metterle in condizione di proteggersi salvaguardando il patrimonio, l’attività e quindi la redditività.
Ma ci sono anche i rischi che interessano tutta la collettività, come per esempio le catastrofi naturali e i disastri ambientali che colpiscono spesso il nostro Paese (basti pensare ai terremoti) e tante altre parti del mondo. Il problema è più ampio e complesso ma anche in questo ambito esistono studi attuariali a supporto. E gli attuari si candidano a dare il loro contributo: “Che il Governo– ha detto Crenca – ci chiami a discuterne, con le nostre idee e le nostre tecniche siamo in grado di trovare soluzioni per la gestione di questi rischi dal punto di vista quantitativo”.
L’altro tema forte della seconda giornata del Congresso degli Attuari è stato il regime Solvency II, la normativa europea che stabilisce requisiti patrimoniali e accantonamenti obbligatori per i rischi delle compagnie di assicurazione. Si è discusso in particolare della nuova figura del Responsabile della Funzione Attuariale; Giampaolo Crenca ha sostenuto che “fermo restando che l’Attuario può svolgere a pieno titolo anche l’attività di Risk Manager, il Responsabile della Funzione Attuariale deve assolutamente essere un attuario iscritto all’Albo, perché solo questo garantisce la qualificazione e la formazione necessaria per svolgere una attività così delicata”. Il Presidente del Consiglio Nazionale degli attuari ha annunciato la volontà di affrontare al più presto la questione con le autorità competenti.
Proseguono intanto le sessioni di approfondimento sul Welfare integrato e allargato con la presentazione del caso dell’EPAP, la cassa di previdenza e assistenza pluricategoriale che oltre agli Attuari tutela Chimici, Geologi, Dottori Agronomi e Forestali: tre membri del Comitato dei delegati degli Attuari dell’Epap hanno spiegato le iniziative del “Progetto Welfare” e l’assicurazione sanitaria Emapi che garantiscono agli iscritti servizi e prestazioni innovative. Ai lavori odierni hanno partecipato, tra gli altri, Andrea Camporese, Presidente ADEPP, Alberto Oliveti, Presidente ENPAM, Mauro Nori, Direttore Generale INPS, Massimo De Felice, Presidente INAIL, Claudia Pasquini, Responsabile dell’Ufficio Analisi e Gestione Rischi dell’ABI, Luigi Ballanti, Direttore Generale MEFOP, Sergio Corbello, Presidente Assoprevidenza, Renzo Avesani, Presidente Chief Risk Officer Italia, Roberto Rentocchini, Risk Manager ENI.