In occasione della nona edizione dello studio sul comportamento di pagamento domestico delle imprese cinesi, condotto tra ottobre e dicembre 2011, Coface ha intervistato oltre 1300 imprese di differenti settori e con differente status giuridico.
Malgrado il rallentamento dell’attività nel 2011, in un contesto di assenza di stimoli fiscali, di inasprimento della politica monetaria e di rallentamento della domanda esterna, il comportamento di pagamento delle imprese cinesi è rimasto nel complesso soddisfacente con vendite a credito in forte aumento. Tuttavia i problemi di liquidità, la concorrenza e il difficile accesso al credito per le PMI, principale causa dei ritardi di pagamento nel 2011, continueranno a pesare sulla salute delle imprese anche nel 2012. Le misure di rilancio budgettario potrebbero attenuare i rischi economici e sostenere l’attività.
Il 90% delle imprese cinesi ricorre alle vendite a credito
A seguito della crisi del 2008, la vendita a credito è diventata la principale fonte di finanziamento delle imprese in Cina. Le imprese che ne hanno fatto ricorso nel 2011 sono il 90%, contro il 65% rispetto a 4 anni fa. Questo fenomeno può essere attribuito sia alla crescente concorrenza (per il 53% delle imprese intervistate) sia alla necessità di aumentare il rapporto fiduciario coi partner (per il 23,5%). Sono poche le imprese costrette a proporre dilazioni di pagamento a causa dei problemi di liquidità dei loro clienti (il 17% nel 2011 contro il 25% nel 2010).
Se la vendita a credito fosse più diffusa, i termini di pagamento si contrarrebbero nel 2011. Circa il 75% delle transazioni sono negoziate a 60 giorni (o meno), fattore che permette di mitigare il rischio, mentre le transazioni a 90 giorni (o più) sono sempre più rare e riguardano principalmente specifici contratti.
I ritardi di pagamento sono più frequenti, ma di durata inferiore
Una delle conseguenze logiche dello sviluppo delle vendite a dilazione è che le imprese cinesi sono più spesso vittime dei ritardi di pagamento da parte dei loro acquirenti locali, dato che rappresenta ormai il 79% contro il 67,4% del 2010. Occorre tuttavia notare che nel 2008 oltre il 90% delle imprese ha registrato ritardi di pagamento.
D’altro canto, i ritardi di pagamento sono meno lunghi. Solo il 10% dei ritardi supera i 90 giorni dalla data definita di pagamento. Il 36,5% delle fatture sono pagate entro i 30 giorni successivi, dato in costante miglioramento dal 2008.
Tre i settori vulnerabili che si distinguono per un’evoluzione diversa dall’andamento globale l’edilizia, l’acciaio e il tessile, dove i ritardi di pagamento sono superiori ai 60 giorni. Anche il settore dell’energia solare è da tenere sotto osservazione, a causa della sovraccapacità e sovrapproduzione di nuove energie. Si tratta di un mercato in pieno sviluppo, nonostante i bassi consumi sul mercato domestico a causa dei prezzi troppo elevati e dalla pressoché assente politica di sovvenzionamento governativo.
Come lo scorso anno, la principale causa di questi ritardi di pagamento resta la difficile situazione finanziaria dei clienti, rilevata dal 63% degli intervistati, unita a problemi di liquidità, di concorrenza e di mancato accesso a finanziamenti esterni.
Incertezze 2012: le imprese e le difficoltà di accesso al credito
Nel 2012, la crescita cinese potrebbe continuare a rallentare e si dovrebbe attestare all’8% nell’arco dell’anno. Secondo l’esperienza di Coface, in Cina l’accesso al credito bancario è sempre più limitato per le imprese del settore privato e in particolare per le PMI. I risultati dello studio lo confermano: per un terzo delle imprese intervistate il principale pericolo nel 2012 viene visto nel mancato accesso al credito.
In effetti, i crediti bancari saranno convogliati principalmente sulle imprese pubbliche (60% dei crediti sono allocati alle imprese statali e alle autorità locali), le PMI dovranno fare ricorso a fonti di finanziamento alternative, come le « shadow banking ». Questo mercato informale del credito si è diffuso come risultato della distorsione del mercato del credito generato dalla situazione attuale del settore finanziario cinese, ma resta particolarmente fragile. I fallimenti registrati l’ottobre scorso a Wenzhou si sono propagati rapidamente a tutti i settori, aggravando la situazione delle imprese.