Via libera condizionato dell’Antitrust all’operazione Unipol-Fonsai.
L’Antitrust ha deciso di autorizzare l’integrazione fra i gruppo però solo a condizione che vengano prese stringenti misure in grado di sciogliere i legami con Mediobanca (che controlla Generali, principale concorrente sui mercati interessati dall’operazione) e di ridurre, attraverso la cessione di asset, la posizione dominante altrimenti acquisita nei mercati danni a livello nazionale e, per quanto riguarda la distribuzione delle polizze, in 93 province.
Post fusione il gruppo non potrà detenere più del 30% del mercato.
«Fino alla cessione», scrive l’Antitrust, «Ugf e Fondiaria Sai si asterranno dall’esercizio di qualunque diritto amministrativo, compresi i diritti di voto, relativi a tale partecipazione».
Unipol, Fondiaria Sai e Milano assicurazioni dovranno inoltre «cedere l’intero pacchetto azionario allo stato detenuto dal gruppo Premafin-Fondiaria Sai in Mediobanca, conferendo mandato a vendere a una o più banche d’affari di primario standing, gradite all’Autorità. Nel frattempo dovranno individuare un fiduciario, gradito all’Antitrust, presso il quale depositare con contratto di deposito vincolato le azioni di Mediobanca. Il fiduciario non potrà né partecipare alle assemblee Mediobanca, né esercitare i diritti di voto connessi. Prima del deposito, Fondiaria Sai e Milano assicurazioni si dovranno astenere dall’esercitare qualunque diritto amministrativo relativo alla governance di Mediobanca».
«Ugf, Fondiaria Sai e Milano assicurazioni dovranno attivarsi affinché gli attuali amministratori di Mediobanca nominati, o comunque aventi legami diretti o indiretti con tali società, presentino le proprie dimissioni dal consiglio di amministrazione».
Anche Unipol «dovrà inoltre garantire che negli organi di governance di Mediobanca non siano nominati soggetti in qualche modo a essa riconducibili e non dovrà stipulare alcun accordo parasociale avente a oggetto azioni Mediobanca». Unipol «non dovrà detenere azioni Mediobanca e, nell’eventualità che le dovesse detenere a meri fini di investimento finanziario, non dovrà esercitare alcun diritto amministrativo, inclusi i diritti di voto».