Come ogni telenovela che si rispetti, anche quella per il riassetto Fonsai sembra essere infinita ed è ricca di colpi di scena. Così, ieri, in serata, in una giornata che era trascorsa tranquilla dopo la concitata assemblea di Premafin del giorno prima, Radiocor ha rilanciato l’indiscrezione secondo cui la compagnia assicurativa che fa capo alla famiglia Ligresti avrebbe inviato una lettera a Sator e Palladio, rivali di Unipol nel riassetto del gruppo, accettando la loro offerta a determinate condizioni. Tra queste, prima fra tutte, la manleva, già al centro di una diatriba con la compagnia bolognese guidata da Carlo Cimbri, con cui la famiglia siciliana chiede l’esenzione da ogni responsabilità sulla gestione passata. Tuttavia, sempre nella serata di ieri, un portavoce di Fonsai ha puntualizzato all’Ansa che «non c’è stata alcuna accettazione dell’offerta di Sator e Palladio. Ai due investitori è stato comunicato quanto deliberato nel consiglio di amministrazione dell’11 giugno e già tempestivamente annunciato al mercato». Nella nota in questione, veniva informato il mercato che il board della compagnia assicurativa guidata da Emanuele Erbetta aveva dato mandato ai vertici di comunicare ai due fondi «la disponibilità» a valutare «congiuntamente» la loro offerta «negoziando in buona fede, e senza nessun obbligo di esclusiva i tempi e le modalità dell’operazione». In ogni caso, secondo quanto si apprende da fonti finanziarie, Sator e Palladio non sarebbero disposte a concedere alcuna manleva ai membri della famiglia Ligresti. Anche perché l’eliminazione della clausola è tra le condizioni imposte dalla Consob per l’esenzione dal lancio di una Opa su Fonsai, cosa che, al pari di Unipol, richiedono anche il private equity milanese e la holding con base a Vicenza. 
Sta di fatto che sembra che proprio intorno alla manleva i Ligresti, e in particolare i due fratelli Jonella e Paolo, stiano giocando la loro (probabile) ultima partita. In particolare, dopo l’assemblea di Premafin di due giorni fa che ha rappresentato un passaggio essenziale in direzione della fusione con Unipol, i riflettori sono puntati sul cda della holding che dovrebbe riunirsi nei prossimi giorni. All’ordine del giorno, proprio la questione manleva. Il fatto è che che Unipol, allineandosi alle richieste di Consob, ha fatto saltare la clausola e la cosa ha fatto andare su tutte le furie i Ligresti. Non stupisce dunque che Jonella e Paolo sostengono che l’eliminazione della manleva faccia cadere l’esclusiva con Bologna, riaprendo così davvero le porte a Sator e Palladio. Inutile dire che Via Stalingrado la pensi all’opposto. A prendere una posizione dovrebbe essere così il prossimo cda di Premafin. Se il board dovesse avallare la posizione dei due fratelli, il piano Unipol non dovrebbe comunque essere compromesso. Tuttavia, in questo caso, la famiglia siciliana sembrerebbe già pronta a fare causa a Bologna per inadempimenti contrattuali. Non solo: i due fratelli contano anche in un pronunciamento di Consob a loro favore. La Commissione, però, anche in base alle recenti parole del presidente Giuseppe Vegas, sembra essere stata chiara: se la manleva resta, Unipol deve lanciare l’Opa. Nel frattempo, ieri, come da attese, le banche creditrici di Premafin hanno firmato la ristrutturazione dei 368 milioni di euro di debiti della holding dei Ligresti.