DI GABRIELE VENTURA
Metà del business della mediazione obbligatoria è in mano agli organismi privati. Il resto se lo dividono camere di commercio e ordini degli avvocati. Alle altre professioni, per il momento, restano le briciole. È quanto emerge dalle ultime rilevazioni della Direzione generale di statistica del ministero della giustizia, che ha fatto il punto sull’andamento del dlgs n. 28/2010 dalla sua entrata in vigore, il 21 marzo 2011, a fi ne aprile 2012. I risultati sono stati presentati mercoledì scorso in occasione della Conferenza Internazionale organizzata da Adr Center e co-fi nanziata dalla Ue, dal titolo «Il giusto rapporto tra giurisdizione e mediazione: prima e dopo la direttiva europea» (si veda ItaliaOggi del 7 giugno scorso). Vediamo cosa è emerso. Come si divide la torta. Su 59.293 procedimenti defi niti dal 21 marzo 2011 al 31 marzo 2012, 28.768 sono stati gestiti dalle 569 spa, srl e via dicendo iscritte al registro del ministero della giustizia, 15.916 dalle 82 camere di commercio, 14.394 sono fi niti invece nelle mani dei 103 Consigli dell’Ordine forense abilitati e 214 se li sono divisi i 59 altri ordini professionali. Quindi, prendendo a riferimento la media di procedimenti defi niti per organismo, chi lavora di più sono le camere di commercio (194 mediazioni defi nite per ciascuna), seguite dagli avvocati (139) e dagli organismi privati (50,5). Un dato, quello che riguarda le società, che conferma l’eccessivo proliferare di enti privati rispetto al numero di conciliazioni effettive. Andando invece a vedere dove viene più facilmente raggiunto l’accordo, il tasso di defi nizione più alto spetta agli organismi privati (51,4%), seguiti dalle camere di commercio (49,8%). Più diffi cile, invece, mettersi d’accordo presso gli ordini degli avvocati (34,5%). I dati. Per il resto, cresce il numero di mediazioni, grazie all’entrata in vigore delle ultime due materie, Rc auto e condominio. Secondo i dati di via Arenula, infatti, nel mese di aprile, che è stato il primo dall’entrata in vigore delle ultime due materie, rc auto e condominio, i procedimenti iscritti sono stati 13.402. Più di mille in più rispetto a marzo e oltre 3.500 rispetto a febbraio. Più in generale, i tentativi di mediazione sono passati da poco più di 60 mila, registrati al 31 dicembre 2011, nell’arco di circa dieci mesi, a 105.092 al 30 aprile 2012. Il che vuol dire che negli ultimi quattro mesi le controversie sono state il 72% rispetto ai primi nove. Le proposte. All’evento sono state anche avanzate delle proposte sulla mediazione a livello europeo. In particolare, Arlene McCarthy, europarlamentare e relatore della direttiva sulla mediazione, ha chiesto di «esigere dagli stati membri un numero minimo di mediazioni all’anno, per contribuire in modo concreto e misurabile a facilitare l’accesso alla giustizia dei casi che più lo meritano». Anche il primo presidente della Corte di cassazione, Ernesto Lupo, ha sposato la posizione del Parlamento europeo, riconoscendo come «gli incentivi alla mediazione, tra cui la previsione, in talune ipotesi, dell’obbligatorietà del tentativo, e le relative sanzioni, sono una componente essenziale di un modello di mediazione capace di produrre risultati apprezzabili». © Riproduzione riservata