La maggior parte delle richieste di risarcimento in ambito medico va a processo negli Stati Uniti, ma la maggior parte dei casi viene rigettata dal giudice e i tre quarti delle relativamente poche vertenze che giungono a sentenza si risolvono a favore del medico curante.
È quanto rivela una recente ricerca coordinata dal Dr. Anupam B. Jena del Massachusetts General Hospital e dell’Harvard Medical School di Boston e pubblicata nell’Archives of Internal Medicine dall’American Medical Association di Chicago.
Nello studio sono stati esaminate oltre 10.000 richieste di risarcimento presentate in tutto il territorio statunitense fra il 2002 e il 2005 che hanno avuto un qualche costo legale. Di queste, poco più della metà (55,2%) ha avuto un esito processuale, con variazioni considerevoli a seconda della tipologia di medico (46,7% dei casi contro anestesiologi, 62,6% contro ostetrici e ginecologi).
Dalla ricerca è emerso che le corti americane hanno respinto la maggior parte dei casi di “medical malpractice” presentate: ben il 54,1%. Ma anche qui sono state rilevate delle differenze in base alla specialità medica. I tassi variano dal 61,5% per internisti e specialisti al 36,%% per i patologi.
Nel 33,3% dei casi che hanno coinvolto internisti e specialisti, la controversia si è risolta prima di giungere a sentenza, contro il 49,6% dei casi che hanno invece riguardato i patologi. Le vertenze giunte a sentenza sono state in media il 4,5% del totale, con una variazione tra il 2% nei casi degli anestesiologi e il 7,4% nei casi dei patologi. I casi contro internisti e specialisti sono risultati i meno probabili a giungere a sentenza con il 2,7% dei casi totali.
In ogni caso, concludono gli esperti, nel 79,6% dei casi giunti a sentenza il verdetto è stato favorevole al medico.
Quanto ai tempi di chiusura delle pratiche, le richieste di risarcimento considerate dallo studio si sono concluse in media dopo 19 mesi: 11,6 mesi nei casi in cui non si è andati a processo contro 25,1 mesi nei casi in cui invece si è ricorso al tribunale.
I tempi della giustizia nei casi in cui vi si debba ricorrere sono molto lunghi: ci vogliono mesi o addirittura anni per raggiungere un verdetto. Per questo motivo i casi di malasanità che finiscono in tribunale sono sempre più fonte di preoccupazione presso i medici, hanno commentato i ricercatori.
In un rapporto pubblicato lo scorso gennaio, Moody’s Investors Service ha parlato di opportunità e sfide presentate dal sistema sanitario e che dovranno essere affrontate dagli assicuratori specializzati nella responsabilità civile sanitaria.
A proposito dello studio pubblicato sull’ Archives of Internal Medicine, Alan Murray, senior credit officer di Moody’s, ha notato che l’assicurazione della responsabilità del medico, più di altri segmenti assicurativi, ha andamenti diversi a seconda dello Stato federale o della regione considerata. Pertanto possono esserci notevoli differenze rispetto alla propensione di un caso a giungere in tribunale o rispetto alla propensione ad erogare indennizzi molto alti.
Poiché molti assicuratori che operano nel segmento della RC sanitaria hanno una base locale, operano in un particolare Stato o in una particolare regione, Murray ritiene che le medie nazionali indicate nello studio rappresentino poco la realtà effettiva. “Ci sono pochi assicuratori nazionali che sottoscrivono polizze contro la med malpractice, e che quindi hanno una visione complessiva della situazione”, ha concluso Murray.
Fonte: Business Insurance