Roberta Castellarin e Paola Valentini
I money manager che gestiscono i fondi pensione presto avranno maggiore libertà di azione. Venerdì 29 giugno si è conclusa la fase di consultazione per il decreto interministeriale sui limiti di investimento dei fondi pensione e sulla regolamentazione dei conflitti d’interesse. Il nuovo provvedimento del ministero dell’Economia aggiorna e rivede il decreto del ministero del Tesoro 21 novembre 1996, n. 703. L’obiettivo è quello di adeguare la regolamentazione al mutare dei tempi finanziari e alla evoluzione normativa stessa alla luce del recepimento nel nostro ordinamento della direttiva europea sui fondi pensione. Quali sono le linee guida? La premessa che viene posta è che la revisione della regolamentazione esistente, partendo dall’obiettivo di perseguire gli interessi degli aderenti e dalla considerazione che l’investimento previdenziale ha una natura peculiare e differente da quello puramente finanziario, si muove verso una maggiore attenzione alle capacità gestionali e ai processi decisionali dei fondi pensione e alla loro necessaria maggiore responsabilizzazione nel controllo e gestione dei rischi, da effettuare attraverso il ricorso a strumenti e modelli di gestione congruenti. In tale prospettiva si tende a superare la filosofia della disciplina esistente, incentrata su precisi limiti quantitativi agli investimenti con una esplicitazione puntuale delle tipologie di attività finanziarie in cui il fondo può investire e per ogni categoria di strumenti la determinazione delle percentuali massime di investimento a una invece più prettamente qualitativa. Con riferimento ai limiti agli investimenti, afferma il ministero dell’Economia, si ritiene infatti che un approccio incentrato su limiti quantitativi, come quello oggi esistente, non sempre assicura l’efficienza della gestione o una diminuzione dei rischi, esponendo il fondo pensione a risultati sub-ottimali in termini di benefici e tutela per gli aderenti. Con le nuove regole i fondi pensione potranno avere un portafoglio più diversificato, che comprende anche investimenti alternativi o fondi specializzati nei Paesi emergenti. Un’occasione quindi per ammodernare l’asset allocation. «Negli investimenti dei fondi pensione italiani esiste uno stile di gestione di fatto passivo con una notevole concentrazione sulle attività domestiche a reddito fisso », sottolinea Antonio Finocchiaro, presidente della Covip. Peraltro proprio quest’anno sono in scadenza 60 mandati su 230 per un volume di asset vicino ai 10 miliardi, un terzo del totale gestito dai fondi negoziali. Gli asset manager già si preparano a conquistare più spazio nel settore. E parte favorito chi già oggi conosce i fondi pensione. In base ai dati raccolti da Mefop a fine marzo 2012 il gruppo Intesa Sanpaolo è quello che ha ottenuto la maggiore quota di mercato sia nei fondi negoziali sia in quelli aperti. In crescita anche gli operatori esteri. Con State Street che ha una quota di mercato nei negoziali dell’8,3%.