Emersa dall’ombra della responsabilità di prodotto, la copertura assicurativa contro il product recall si sta diffondendo sempre di più sotto la spinta della forte richiesta da parte dell’industria alimentare.
Questo prodotto assicurativo offre copertura contro una serie di costi legati al ritiro di un prodotto dal mercato, fra cui il mancato profitto. Ad esempio, la polizza RecallResponse offerta da Lexington Insurance comprende anche i costi di notifica, spedizione, smaltimento, riparazione, sostituzione e rimborso di un prodotto ritirato dal mercato. Come estensione alla garanzia, Lexington copre anche eventuali spese di stoccaggio o di personale extra legate al ritiro del prodotto.
Il mercato delle coperture contro il product recall dell’industria alimentare, che finora ha fatto maggiore ricorso a questo tipo di assicurazione, ha una raccolta premi annua che ammonta a circa 350 mln di dollari (280 mln di euro), secondo le stime di Ian Harrison, partner di Lockton. Gli esperti ritengono che l’industria alimentare costituisca il 75% del mercato dell’assicurazione product recall, mentre i beni di largo consumo e le componenti automobilistiche stanno prendendo piede nel settore.
La scarsa penetrazione della copertura product recall è in parte riconducibile a ragioni storiche. Tale assicurazione ha iniziato a decollare solo in seguito all’incidente del Tylenol, noto medicinale utilizzato come analgesico e antidolorifico, che nel 1982 fu dolosamente contaminato e provocò la morte di sette persone a Chicago, causando il primo ampio ritiro dal mercato di un prodotto.
A frenare la diffusione della copertura contro il product recall c’è anche la mancata comprensione dell’utilità del prodotto, i suoi costi, relativamente alti, e la fiducia che le imprese nutrono verso i propri sistemi di controllo interni.
Tuttavia, tale fiducia potrebbe essere mal riposta, in quanto spesso il ritiro di un prodotto dipende da fattori che esulano dal controllo interno operato da un’azienda, fa notare Louis Lubrano, vicepresidente della divisione global crisis management di Liberty International Underwriters, unità di Liberty Mutual Group.
“Bisogna operare un’analisi del rapporto costi-benefici”, aggiunge Linda Pirlot, risk manager presso Del Monte, colosso dell’industria alimentare che si è dotato di una copertura assicurativa contro il product recall. “Molte imprese semplicemente non capiscono quanto possa essere costoso il ritiro di un prodotto dal mercato”.
A condurre il mercato sono in particolare le catene alimentari, ha precisato Peter Dion, direttore della divisione product liability di Zurich Services. Molte catene stanno iniziando a compiere accertamenti sui propri fornitori per verificare se siano dotati o meno di una copertura contro il product recall.
David Pugson, vicepresidente del ramo danni di Willis North America, prevede un massiccio sviluppo del prodotto, che si sta diffondendo via via in segmenti diversi dall’alimentare.
Gli assicuratori che erogano servizi assicurativi contro il product recall sono una quindicina, alcuni dei quali afferenti ai Lloyd’s di Londra, ha detto Lubrano. Molte compagnie sono entrate nel mercato del product recall negli ultimi anni, e molte altre intendono farlo a breve visto che nel settore non c’è ancora la concorrenza spietata che si incontra il altri segmenti.
Tuttavia, per farlo dovranno dotarsi della necessaria expertise, ha ricordato Lori Hunter, vicepresidente di Worldwide Facilities, broker specialista nella clientela grossista con sede a Los Angeles. “Il problema è che al momento manca il capitale umano”, ha detto.
Tipicamente, chi sottoscrive una polizza contro il product recall si dota di un massimale compreso fra i 10 e i 20 mln di dollari (8-16 mln di euro). Ma, ha aggiunto Bernie Steves, direttore del team di crisis management di Aon Risk Solutions, è possibile raggiungere una capacità di 100 mln di dollari (80 mln di euro) rivolgendosi ad un pool di assicuratori.
Fonte: Business Insurance