di Andrea Di Biase
Il cda di Fondiaria-Sai è pronto a votare in merito all’azione legale nei confronti di quei soggetti che, in base all’esito delle verifiche condotte dagli advisor (Gianni Origoni per gli aspetti legali, Reag per le perizie immobiliari e Pricewaterhouse per gli aspetti economici), siano considerati responsabili di eventuali danni patrimoniali per le operazioni immobiliari realizzate dalla compagnia con le società dei Ligresti e per i maxi-compensi corrisposti a diverso titolo ai componenti della famiglia. Dopo oltre cinque ore di un’infuocata riunione, il cda di FonSai ha approvato, con l’unanimità dei presenti, di accogliere le richieste dell’Isvap in merito all’azione di responsabilità e ha fissato per martedì 26 giugno, il giorno precedente l’assemblea chiamata a riapprovare l’aumento di capitale da 1,1 miliardi, una nuova riunione per procedere al voto. È passata dunque la linea proposta dall’ad Emanuele Erbetta e dal dg Piergiorgio Peluso, che erano determinati ad accogliere senza indugi l’invito dell’autorità di vigilanza. Ma il management della compagnia è riuscito a portare a casa anche un’altra importante vittoria. La volontà di Erbetta e Peluso di procedere a un’ulteriore revisione della governance su una linea di forte discontinuità con il passato, evidenziata al cda nella riunione dell’11 giugno, è stata accolta calorosamente dalla larghissima maggioranza dei consiglieri. In particolare cinque amministratori (Salvatore Militello, Nicolò Dubini, Ranieri De Marchis, Valentina Marocco e Salvatore Bragantini, quest’ultimo rappresentante delle minoranze ed eletto nella lista presentata da Sator e votata da Palladio) avrebbero scritto una lettera al cda per mettere all’ordine del giorno della riunione di ieri la proposta di revisione della governance formulata da Erbetta e Peluso. Tale revisione sarebbe stata sollecitata anche dall’Isvap. Nel provvedimento del 15 giugno con cui ha chiesto al cda di FonSai di deliberare entro due settimane in merito alle azioni di responsabilità, l’autorità di vigilanza ha sottolineato che, nonostante i miglioramenti apportati nei mesi scorsi alla governance della compagnia, la gestione sarebbe tuttora «orientata» da un «immutato centro di interessi». L’Isvap non avrebbe citato direttamente la famiglia Ligresti e i consiglieri a questa più vicini, ma avrebbe sollecitato a procedere in maniera più radicale a un rinnovo della governance della compagnia. Il presidente Cosimo Rucellai ha pertanto deciso di mettere ai voti la proposta del management, provocando l’opposizione del vicepresidente Massimo Pini. Quest’ultimo, secondo quanto riferito da fonti finanziarie, avrebbe cercato di far mancare il numero legale per rimandare la deliberazione. Un tentativo che tuttavia non è andato in porto, considerato che l’unico a lasciare la sala del consiglio al momento del voto è stato Vincenzo La Russa, un altro consigliere da sempre vicino alla famiglia Ligresti. L’altro vicepresidente, Jonella Ligresti (che potrebbe essere costretta a lasciare il board a fronte di un’interpretazione restrittiva della norma sui doppi incarichi), dopo aver presenziato alla fase iniziale della riunione avrebbe invece lasciato quasi subito la riunione. Il cda ha pertanto deliberato di accogliere la proposta di Erbetta e Peluso, decidendo di istituire un comitato di saggi composto da Francesco Carbonetti e Angelo Casò con il compito di formulare, anche dopo aver sentito il parere dell’Isvap, proposte di modifica della governance coerenti con la richiesta di discontinuità sollecitata dall’autorità di vigilanza. Nella lettera inviata al cda i cinque consiglieri hanno sottolineato l’esigenza di procedere all’inserimento nel consiglio della compagnia di figure di elevato profilo istituzionale in sostituzione di quei consiglieri che si sono dimessi recentemente (Andrea Broggini e Maurizio Comoli) e «di eventuali altri che dovessero assumere tale decisione alla luce del provvedimento dell’Isvap». I cinque consiglieri hanno infine ravvisato l’esigenza di procedere a una revisione dei poteri e della composizione del comitato esecutivo. Ieri il cda di FonSai ha inoltre riconosciuto all’unanimità i requisiti di indipendenza in capo a Roberto Cappelli, che ha tuttavia preferito uscire dal comitato parti correlate. (riproduzione riservata)