“Se sarà il caso, escuteremo la quota che abbiamo in pegno, poiché non possiamo aspettare in eterno. Il termine ultimo e’ l’11 giugno”.
Lo ha spiegato l’a.d. di Unicredit, Federico Ghizzoni, a margine del XXII Congresso Nazionale dell’Acri in corso a Palermo, riferendosi alla quota di FonSai che Premafin ha affidato in pegno alle banche creditrici.
Entro il prossimo 11 giugno, Unipol attende da parte del gruppo assicurativo che fa capo alla famiglia Ligresti una “eventuale accettazione della presente proposta”, affermava infatti un documento reso noto ieri in serata dalla compagnia bolognese. Tale documento accetta prima di tutto la proposta avanzata da Fonsai sul peso dei cosiddetti concambi, ossia le partecipazioni che ognuna delle realtà coinvolte nel riassetto verrà a detenere nel nuovo agglomerato assicurativo.
Secondo gli accordi ormai raggiunti dai due gruppi, Unipol avrà il 61%, FonSai il 24,745%, Milano Ass. il 10,7% e Premafin lo 0,85%. Inoltre, il documento include nuovi paletti che dovranno essere discussi dai Cda di Milano Ass. e di FonSai (in programma, appunto, il prossimo 11/6) e da quello della capogruppo, che si riunirà invece a Milano, domani pomeriggio.
Bologna ha inoltre rimandato al mittente l’ipotesi di attribuzione delle eventuali future plusvalenze immobiliari di Fonsai a favore degli attuali azionisti della medesima compagnia, ossia in primis della famiglia Ligresti. Il polo assicurativo guidato da Carlo Cimbri ha inoltre proposto un’opzione put a favore dei Ligresti (e una call contestuale a proprio favore, ndr) per 5 anni su Unipol Banca, volta a limare gli eventuali effetti negativi che potrebbero derivare dall’esigenza di un’eventuale operazione di rafforzamento patrimoniale. Infine, la famiglia Ligresti dovrà rinunciare – come chiesto da Consob – alle manleve e ai diritti di recesso concessi in precedenza da Ugf. La Commissione di Vigilanza guidata da Giuseppe Vegas ritiene il passo indietro dei Ligresti su questi due fronti una condizione irrinunciabile per concedere a Unipol di prendere il controllo della holding Premafin senza essere costretta a lanciare un’Opa.
L’accettazione da parte dei Ligresti degli ultimi termini rivisti dell’accordo che porterà alla nascita di un campione nazionale attraverso una fusione a 4 che unirà FonSai, Milano Ass., Premafin e Unipol viene ritenuta indispensabile dalle banche creditrici. Queste ultime saranno infatti chiamate a rafforzare la situazione patrimoniale di Premafin e intendono farlo solo a patto che i Ligresti concedano il loro assenso al matrimonio con Bologna: senza un’iniezione di capitali freschi, la holding che controlla FonSai e – a cascata – Milano Assicurazioni, vedrebbe messa a serio rischio la propria continuità aziendale, con la possibilità sempre più concreta che le banche creditrici decidano di escutere il pegno, vale a dire la quota di controllo di FonSai che costituisce l’unico vero attivo della capogruppo.
“Ribadisco che questa volta siamo decisi ad andare fino in fondo e non parlo soltanto a nome di Unicredit ma di tutte le banche del pool”, ha concluso il numero uno di Piazza Cordusio, ricordando che “di piani alternativi non ce ne sono”. L’ultima ipotesi alternativa presentata in ordine di tempo da Matteo Arpe (Sator) e Roberto Meneguzzo (Palladio Finanziaria) – titolari di una partecipazione dell’8% di FonSai – è infatti scaduta qualche giorno fa e al momento non è stata rinnovata.
Intanto il presidente dell’Antitrust, Giovanni Pitruzzella, sempre a margine del Congresso Acri, ha detto di aver inviato all’ISVAP il parere “esprimendo un apprezzamento complessivo, non sui singoli punti, per gli impegni assunti dalle parti”.