Il consiglio di amministrazione straordinario delle Generali, riunitosi sabato mattina, ha deliberato a maggioranza di revocare i poteri conferiti a Giovanni Perissinotto quale amministratore delegato e Group CEO della compagnia, “in ragione dell’esigenza di operare un’iniziativa di discontinuità gestionale”.
Così la nota della compagnia, che specifica anche la decisione della risoluzione del rapporto di lavoro dipendente che Giovanni Perissinotto quale direttore generale.
Temporaneamente i poteri saranno attribuiti al presidente Galateri, mentre successivamente (fra un mese) alla guida del Leone al posto di Perissinotto è stato chiamato Mario Greco, attualmente ceo general insurance del gruppo Zurich.
La mozione di sfiducia a Perissinotto è passata con 10 voti contro sei (tra cui un astenuto, l’altro ad Sergio Balbinot).
Perissinotto lascia questo incarico dopo 11 anni e dopo 30 anni all’interno del gruppo Generali. La sua posizione era stata fortemente criticata da Leonardo Del Vecchio, in una intervista piuttosto polemica rilasciata in occasione dell’assemblea annuale, che vedeva i profitti del 2011 dimezzati a causa delle svalutazioni. Del Vecchio (salito al 3% nel capitale del Leone) aveva accusato Perissinotto di fare troppa finanza e poca assicurazione e ne aveva chiesto le dimissioni. Inoltre il titolo, arrivato a 8,5 euro, ha accusato un calo del 25% da inizio anno e alcuni soci forti del gruppo (Caltagirone, De Agostini oltre a Del Vecchio) e i rappresentanti di Mediobanca hanno voluto dare un segnale di svolta (svolta mancata dopo l’uscita di Geronzi un anno fa), anche se a ben vedere il declino borsistico del titolo è in gran parte correlato alle partecipazioni in bond italiani nel portafoglio delle Generali che alla gestione di Perissinotto.
La discontinuità è anche da vedersi dalla nomina di un manager, Mario Greco, non proveniente dal gruppo stesso.
Greco, 53 anni, ha iniziato la sua carriera professionale in McKinsey, per poi passare nel 1994 alla Ras che guidò tra il 2000 e il 2005, quando lasciò la guida della compagnia a Vagnone per entrare nel board di Allianz, anche se per poco tempo. In seguito si occupò di Eurizon e infine dal 2007 fa parte del gruppo Zurich.
Intanto l’uscita di scena di Perissinotto non è avvenuta senza clamori e altre sorprese, come le dimissioni dal board annunciate da Diego della Valle.
Polemiche anche riguardo una lettera inviata da Perissinotto al consiglio, con affermazioni ritenute incompatibili con il suo ruolo e riguardanti gli “speciali diritti” di Mediobanca sul Leone.
«I consiglieri hanno preso una decisione difficile – ha detto in una nota Lorenzo Pelliccioli ad di De Agostini e membro del board – che apre grandi prospettive per Generali in linea con le sfide dei mercati. Nessun complotto, dunque, ma un consiglio, che ancora una volta ha dimostrato la sua indipendenza. Un ringraziamento a Giovanni Perissinotto e un augurio a Mario Greco».
Perissinotto è stato invece difeso dagli agenti Generali, che in una nota hanno criticato la decisione del cda, oltre che di sfiduciare un ceo che “ha sempre creduto nel valore cruciale e insostituibile della rete degli agenti di assicurazione delle Generali, nati insieme alla compagnia nel 1831 e riconosciuti da sempre come i più importanti business-partner”, che la decisione di nominare un manager di provenienza esterna. Anche gli agenti generali Ina Assitalia, in una nota, spiegano di non condividere la mozione di sfiducia legata all’andamento del titolo in un periodo di recessione, quando invece il gruppo ha saputo mantenere la sua posizione di leader del mercato italiano e rafforzare la sua presenza nei rami vita e danni, migliorando tutti i più significativi indicatori di salute aziendale.