È passato solo qualche giorno dal blitz di sabato scorso con cui i principali azionisti di riferimento di Generali hanno deciso di spodestare l’allora amministratore delegato, Giovanni Perissinotto, sostituendolo con Mario Greco. Ebbene, da allora non è trascorsa nemmeno una settimana che già Standard&Poor’s, in una nota diramata proprio ieri, ha fatto sapere di avere messo sotto osservazione con implicazioni «negative» il rating sul gruppo del Leone; e ciò proprio a causa del repentino cambio ai vertici dei giorni scorsi. L’agenzia di rating internazionale, in particolare, ha espresso preoccupazione per l’incertezza che tale avvicendamento implica «in un contesto difficile» come quello attuale. Secondo S&P, il ribaltone «ha provocato incertezza sulla futura direzione strategica delle Generali e potrebbe impedire alla compagnia di reagire rapidamente alle sfide strategiche». E così, mentre per oggi è in programma una riunione, in agenda da tempo, del comitato esecutivo del gruppo di Trieste, qualcuno comincia a chiedersi con insistenza chi possa avere ragione. Se i soci, che hanno deciso di affidare la gestione della compagnia triestina a Greco proprio per eliminare l’incertezza e dare un segnale forte al mercato, dove il titolo è da poco sceso su minimi che non vedeva dagli anni ’90. O se gli esperti di S&P, secondo cui invece il cambio ai vertici di incertezza, semmai, ne aggiunge.