I dati di fine 2011 hanno confermato la diminuzione delle insolvenze aziendali iniziato nel 2010. A livello globale, tuttavia, questo trend in calo è moderato, con un Indice delle insolvenze globali di Euler Hermes che ha registrato una diminuzione del 4% nel 2011, dopo una flessione del 5% nel 2010.
Dopo questi due anni consecutivi di riduzione delle insolvenze aziendali, e sulla base di previsioni macroeconomiche, Euler Hermes anticipa un’inversione di questo trend nel 2012, con un 3% in rialzo dell’Indice Globale delle Insolvenze che riflette principalmente la situazione molto preoccupante nell’Eurozona.
“La flessione nelle insolvenze aziendali ha perso lo slancio ostacolata dal rallentamento dell’economia mondiale registrato a partire dalla seconda metà del 2011. Questa inversione del trend è adesso confermata, da una crescita molto debole degli indicatori economici nel primo trimestre 2012” dichiara Ludovic Subran, Capo Economista e Direttore della Ricerca di Euler Hermes. “Il calo globale nelle insolvenze aziendali registrato nel 2011 è stato indebolito dal negativo scenario economico in Europa. Nel 2012, la crescente complessità della crisi del debito, le politiche di austerità nei paesi dell’Eurozona e il nuovo peggioramento nel panorama dei paesi del Sud Europa, andrà a pesare ancor più sulle aziende già indebolite. Una domanda inferiore, condizioni di credito più restrittive e una crescente domanda sociale rappresentano fattori di rischio aggiuntivi per le aziende che operano in quest’area”.
2011: Le insolvenze aziendali diminuiscono in tutto il mondo, tranne in Europa
I risultati del 2011 mostrano delle ampie diversità a carattere regionale nell’evoluzione dell’Indice Globale delle Insolvenze:
Il Nord America ha registrato nel 2011 un calo delle insolvenze aziendali per il secondo anno consecutivo (-15% dopo un -7% nel 2010) ritornando così ai livelli medi degli ultimi vent’anni. Con un indice in calo del 6% nel 2011, l’area Asia Pacifico prosegue il suo miglioramento che dura da due anni (- 8% nel 2009 e – 12% del 2010).
“Dopo il balzo del 40% nel 2009 dell’Indice delle Insolvenze nell’Eurozona, l’aumento nel 2011 potrebbe apparire debole in confronto; esso attesta, infatti, il preoccupante allontanamento tra l’Europa e il resto del mondo, così come dimostra anche la maggiore disparità all’interno dei paesi dell’Eurozona settentrionali e meridionali, ai quali andrebbe aggiunta l’Irlanda” dichiara Maxime Lemerle, Responsabile Studi Macroeconomici di Euler Hermes. “ Il lieve miglioramento nei paesi del Nord Europa nel 2011 è piuttosto lontano dal far sanare l’ondata di insolvenze aziendali nell’Eurozona del 2008 e del 2009”.
Mentre le insolvenze aziendali sono diminuite debolmente nei paesi scandinavi, Germania e Francia nel 2011, Spagna, Grecia, Portogallo, Italia e Irlanda sono la ragione della crescita dell’Indice nell’intera Eurozona.
“Non è una sorpresa che le difficoltà economiche e fiscali delle nazioni del Sud Europa abbiano avuto un impatto negativo sulle aziende. In questi paesi, il 2011 è stato un altro anno negativo che ha offuscato un’immagine già indebolita. I fallimenti aziendali hanno infatti raggiunto livelli record e le previsioni economiche non indicano nessun miglioramento nel 2012, oltre ad un elevato rischio di contagio se la crisi del debito non sarà risolta” aggiunge Maxime Lemerle.
Nel 2012 si prevede un aumento dell’Indice Globale delle Insolvenze pari al 3%.
Tranne il Nord America, che dovrebbe mantenere un trend in diminuzione (-10% dopo un -15% del 2011) si prevede che tutte le regioni mondiali vedano un numero di insolvenze stabili o in crescita. Tuttavia, questa immagine globale nasconde situazioni differenti.
Il previsto aumento del 2% dell’indice dell’Asia Pacifico riflette non soltanto il rallentamento economico atteso in questa regione per il 2012 ma anche un effetto statistico: partendo infatti da un livello molto basso di fallimenti nel 2011, l’indice regionale registrerà un aumento inevitabile delle insolvenze dovuto all’apertura di nuove aziende operanti sul mercato.
A causa della previsione di recessione nell’Eurozona nel 2012, è previsto che l’indice di insolvenze aziendali aumenti di nuovo (+7%). “In tutta l’Eurozona, il panorama indebolito delle vendite può solo aumentare le pressioni competitive. In queste circostanze, le aziende che hanno già tagliato i loro costi strutturali, per quanto possibile, non possono sperare di riprendersi aumentando i prezzi dei loro prodotti” prosegue Maxime Lemerle. “Molte aziende hanno già esaurito le loro azioni correttive. L’impossibilità di compensare una domanda più bassa aumentando i prezzi, è affiancata da continue difficoltà finanziarie dovute a una maggiore selettività degli Istituti di credito, in mancanza di tassi di interesse più elevati”.
Si prevede che l’aumento dell’indice delle insolvenze aziendali sia più debole nel Nord Europa (+4%), dove la Germania spicca per essere l’unico Paese che rimane con un trend negativo di crescita (-2%) nel 2012. Nelle nazioni piccole e più aperte, che dipendono dai mercati esteri (mondiali e intra europei), si prevede che l’indice delle insolvenze aziendali aumenti improvvisamente. Questo è il caso del Belgio (+10%) e in particolare dei Paesi Bassi (+17%).
In Francia, dove i fallimenti sono già aumentati nei primi mesi del 2012 (con 21,856 casi ad Aprile, +2.5% rispetto allo stesso periodo del 2011), la ripercussione nelle insolvenze aziendali dovrebbe essere moderata nell’arco di tutto l’anno (+3.5%) ma sufficiente a portare il totale annuo (63,500) vicino ai picchi del 2009 e del 1993.
Infine, il panorama delle insolvenze aziendali mostrerà tassi di crescita elevati nei paesi del Sud Europa (Italia +17%, Spagna +20%, Grecia e Portogallo +25%) che stanno affrontando severi piani di austerità per far fronte al calo della domanda e al deterioramento delle condizioni finanziarie.