Parte da Sace e Fintecna il piano del governo per la vendita dei beni pubblici. E un primo via libera potrebbe arrivare già dal consiglio dei ministri di oggi. Dopo l’annuncio del premier Mario Monti a Berlino, che mercoledì ha alzato il velo sull’intenzione di cedere il patrimonio dello Stato per tagliare il debito pubblico, la prima mossa del governo sarà appunto quella di conferire Sace e Fintecna alla Cassa depositi e prestiti (Cdp), che è fuori dal perimetro della pubblica amministrazione e, per questo, avrà un ruolo di primo piano nell’intera operazione di dismissione. Le due società dello Stato, secondo uno studio recente di Mediobanca, valgono oltre 9 miliardi. Con questa operazione si avrebbe un effetto positivo sui conti pubblici, portando fuori del perimetro della Pubblica amministrazione i debiti dei due gruppi e si doterebbe la Cdp di un patrimonio maggiore che le consentirebbe di aumentare la sua capacità di raccolta sul mercato per una eventuale operazione di abbattimento dello stock di debito. E con più capitale, la Cdp potrebbe fare più emissioni con cui finanziare acquisti di patrimonio pubblico, magari tramite suoi Fondi immobiliari già costituiti o di nuova costituzione. Il piano per cedere attivi dello Stato non riguarda certo solo Sace e Fintecna. Monti ha infatti parlato di cessioni del patrimonio pubblico «prevalentemente a livello regionale e comunale». Nel mirino ci sono gli immobili pubblici e le società controllate da Regioni ed enti locali. Ma anche alcune municipalizzate. «I primi interventi – spiegano fonti vicine all’operazione – saranno adottati tra giugno e luglio. Le norme per cedere alcune tipologie di asset già esistono». Un veicolo per la cessione di immobili pubblici già esiste ed è la società di gestione del risparmio prevista dalla prima manovra correttiva del 2011, la legge 111. L’articolo 33 prevede che il Tesoro possa costituire uno o più fondi d’investimento «al fine di partecipare in fondi d’investimento immobiliari chiusi promossi da regioni, province, comuni al fine di valorizzare o dismettere il proprio patrimonio immobiliare disponibile». Le azioni della Sgr, in base a quanto prevede la manovra, potrebbero essere trasferite dal Tesoro «a titolo gratuito all’Agenzia del Demanio». Un’altra norma, contenuta nella Legge di stabilità del 2012, pone le basi per conferire gli immobili dello Stato centrale «ad uno o più fondi di investimento immobiliare» o, in alternativa, a società di nuova costituzione. Attraverso un decreto amministrativo il governo deve individuare gli immobili da vendere prevedendo «una quota non inferiore al 20% delle carceri inutilizzate e delle caserme assegnate in uso alle forze armate».