Luigi Dell’Olio
Milano Ha condotto in porto un piano di ristrutturazione prima dei principali competitor e presenta indicatori dei rischi sotto controllo, eppure negli ultimi tempi Cattolica Assicurazioni soffre in Borsa più della media di mercato. Il titolo cede circa un terzo da inizio anno, nonostante abbia chiuso il primo trimestre con un utile netto consolidato di 19 milioni di euro, in miglioramento del 11,8% sullo stesso periodo del 2011. Peraltro, sul dato hanno gravato 3 milioni di svalutazioni su investimenti in portafoglio. La raccolta premi complessiva è scesa del 20% a 859 milioni di euro, soprattutto a causa del ramo vita (-33,9%), mentre quello danni ha segnato un progresso del 3,2%, a quota 398 milioni di euro. Lo scenario cambia se si allunga lo sguardo indietro: il confronto a un anno vede il titolo in crescita di poco meno del 10%, a fronte di un calo che accomuna i concorrenti, dal -30% di Generali al -65% di Fondiaria Sai. Quindi oggi Cattolica sembra pagare soprattutto la rotazione di portafoglio degli investitori. “La società è solida, anche se paga la massiccia esposizione sui titoli di Stato italiani, circa 5 miliardi di euro, ai quali vanno aggiunte esposizioni più contenute sull’Irlanda e la Grecia”, commenta Enrico Esposti, equity analyst di Icbpi. E non si tratta di un’eccezione nel mercato assicurativo, considerato che anche la performance negativa di Generali (che ha portato alla sostituzione dell’ad) viene imputata alla forte esposizione sul debito pubblico del nostro Paese.
Il percorso compiuto da Cattolica negli ultimi anni è stato differente rispetto ai competitor. “Tra il 2009 e il 2011, periodo durante il quale la maggior parte delle compagnie assicurative Italiane ha dovuto intervenire sulle proprie riserve tecniche, la società ha riportato risultati tecnici migliori rispetto alla media di mercato grazie anche al rafforzamento delle riserve effettuato nel periodo 2005-2007, predisposto su input del-l’Isvap”, commenta Gian Luca Ferrari, analista di Mediobanca Securities. Il combined ratio a quota 96,5 nel primo trimestre è indice di un buon livello di redditività sulla componente danni, mentre sul fronte vita Cattolica si trova a pagare la debolezza delle reti distributive. “Il collocamento dei prodotti è in buona parte legato ad accordi di bancassurance”, spiega Ferrari, “un canale che oggi soffre perché le banche hanno altre priorità e l’interesse verso i prodotti assicurativi tradizionali o le unit linked oggi è piuttosto limitato”. Quanto agli investimenti, la società è esposta in particolare sul fronte obbligazionario, mentre l’immobiliare non superava il 3% a fine marzo. “Nelle scorse settimane la compagnia ha acquisito una vasta tenuta agricola in Veneto”, sottolinea Ferrari. “La crescita nel settore è positiva, ma ci attendiamo maggiori informazioni sulla redditività attesa da questo investimento di sviluppo immobiliare”. L’analista di Mediobanca Securities giudica positivamente la scelta di disporre un buyback: “Trattandosi di una società ben capitalizzata, questa scelta si spiega con la volontà di stabilizzare la quotazione in caso di uscita dall’azionariato di qualche socio importante o, comunque, di fornire maggior liquidità al titolo”, commenta. La società non si sbilancia sui dati per l’intero 2012: “E’ difficile fare previsioni in un quadro di recessione e con una pesante situazione di instabilità finanziaria”, fanno sapere. “Il nostro punto di forza, insieme al ramo danni, resta il dato complessivo della gestione industriale che ha continuato a essere positivo anche in questa fase di crisi acuta”. Quanto al futuro del titolo, Websim vede spazi di recupero. “Cattolica si trova in buone condizioni per approfittare, meglio di altre assicurazioni, del trend tecnico positivo del ramo danni, soprattutto nel segmento RcAuto”, commentano gli analisti. “Con alcuni dei suoi principali concorrenti impegnati in un complesso progetto di aggregazione, la società potrebbe avvantaggiarsi e guadagnare quote di mercato”. Da qui il giudizio “interessante” sul titolo, con un prezzo obiettivo a quota 17 euro, circa l’80% in più rispetto ai corsi attuali.