DI STEFANO SANSONETTI
La cura delle partecipazioni incrociate. Per capire fino a che punto sia vero, basta chiedere alla Banca d’Italia. Il governatore dell’istituto centrale, Ignazio Visco, sta per staccare un assegno piuttosto sostanzioso, ovvero 62,8 milioni di euro. Queste risorse finiranno dritte nelle casse del gruppo Generali, che attraverso il fondo Previgen si è aggiudicato l’appalto per la fornitura di assistenza sanitaria al personale della banca centrale e alle rispettive famiglie. Il Leone di Trieste, fanno sapere i documenti di aggiudicazione, è riuscito a spuntarla su altri tre concorrenti. Di certo è piuttosto curioso notare che l’appalto in questione abbia messo in contatto azionisti che più incrociati non potrebbero essere. Eh sì, perché da una parte c’è palazzo Koch, secondo azionista di riferimento di Generali con il 4,467% del capitale (dietro al 14% di Mediobanca); dall’altra c’è il gruppo assicurativo, terzo azionista dell’istituto di via Nazionale con il 6,3% (dietro i pacchetti di Intesa Sanpaolo e Unicredit). Tra l’altro bisogna segnalare che non è certo la prima volta che ci si viene a trovare di fronte a un bell’appalto tra istituzioni che si trovano a detenere partecipazioni incrociate. Un altro esempio recente viene ancora dal duo Bankitalia-Generali. Nel marzo del 2011, infatti, la banca centrale all’epoca guidata da Mario Draghi decise di aggiudicare sempre alle Generali una commessa che aveva a oggetto la stipula di una polizza assicurativa per il rischio di morte e di invalidità permanente dei dipendenti di palazzo Koch. Il gruppo assicurativo, in quel periodo ancora presieduto da Cesare Geronzi e guidato dall’ad Giovanni Perissinotto, vinse l’appalto per 28 milioni di euro. Il tutto nell’ambito di una copertura assicurativa quinquiennale, quindi ancora in corso. Adesso, come detto, è il turno di un servizio che ha a oggetto un piano di assistenza sanitaria. Dai documenti di gara si apprende che l’attività sarà articolata in tre ordini di interventi: un’assistenza base in favore di dipendenti della Banca d’Italia, pensionati e relativi familiari, un’assistenza «opzione plus» per dipendenti, pensionati e relativi familiari iscritti nell’assistenza base e un’assistenza grandi rischi in favore dei pensionati. L’appalto è stato vinto da Previgen, un gruppo che all’interno del Leone di Trieste presenta un’offerta piuttosto ampia. C’è Previgen Valore, che è proprio un fondo pensione aperto che agisce nel mercato della previdenza integrativa. E c’è Previgen Assistenza, di fatto una cassa di assistenza che gestisce le proprie attività mediante la stipula di contratti e convenzioni assicurative principalmente con compagnie del Gruppo Generali. Da segnalare che Previgen si è aggiudicato il servizio messo a bando da palazzo Koch garantendo uno sconto di 2 milioni e 300 mila euro. Sta di fatto che nelle casse della galassia Generali adesso arrivano 62 milioni. Un gruzzolo che fa comodo, soprattutto in un periodo diffi cile in cui le quotazioni in borsa del Leone sono letteralmente precipitate. Al punto che proprio nei giorni scorsi si è giunti al redde rationem tra parte degli azionisti e l’ormai ex ceo Perissinotto, defenestrato. Al suo posto arriverà Mario Greco. © Riproduzione riservata