Otto miliardi di dollari. Tanto Axa Private Equity è riuscita a raccimolare fra un gruppo di investitori privati con l’obiettivo di fare presto shopping. La filiale della compagnia francese guidata da Henri de Castries è infatti in prima linea per cogliere le opportunità di acquisto che verranno dalle dismissioni delle banche del Vecchio Continente. E nel mirino ha già messo delle partecipazioni di aziende non quotate capaci di essere remunerative e soprattutto con prezzi a sconto. Axa Private Equity oggi gestisce asset per 19 miliardi di dollari attraverso un portafoglio composto da 800 fondi. Ma è certa che Basilea III rappresenterà un’opportunità da non lasciar cadere. «Le banche sono costrette a riorganizzare i propri portafogli di private equity» hanno spiegato dalla società francese specificando di attendersi dimissioni complessive per 40-50 miliardi di dollari sulla scia della necessità di adeguamento patrimoniale alle normative di Basilea III. «Vista l’evoluzione del contesto regolamentare – ha aggiunto il private equity – è del resto anche auspicabile che altre istituzioni finanziarie si preparino a razionalizzare i propri portafogli». E Axa è di certo uno degli attori più dinamici del proprio settore. Di ricente il gruppo ha rilevato il fabbricante polacco di caramelle Delic-Pol assieme alla britannica Resource Partners. E aveva annunciato la cessione alle ferrovie francesi Sncf del 21% detenuto nell’operatore di trasporto pubblico Kelios.