Più volte la Covip ha chiesto di estendere anche ai fondi pensione la riforma sulla tassazione dei fondi comuni varata a febbraio. Da luglio i primi saranno tassati sul realizzato al momento del disinvestimento da parte del sottoscrittore, mentre i fondi pensione restano tassati sul maturato. «Sebbene l’appeal fiscale della previdenza complementare sia tuttora garantito dalla possibilità di dedurre i contributi e dalla tassazione agevolata delle prestazioni, è incontrovertibile che non vi siano valide ragioni che possano giustificare l’adozione di un sistema di tassazione basato su un criterio del realizzo per i fondi comuni e il mantenimento di un impianto tributario fondato sulla maturazione per i fondi pensione», dice Flavio De Benedictis di Mefop.
Proprio Mefop ha calcolato che lo spostamento della tassazione dell’11% all’atto della erogazione delle prestazioni genererebbe un aumento del montante finale in misura correlata al tasso di rendimento e agli anni di partecipazione alla forma pensionistica complementare (tabella in pagina). Ad esempio su 35 anni si otterrebbe quasi il 5% in più nell’ipotesi di un rendimento medio annuo del 5%. Altro tema sul tappeto riguarda le scelte d’investimento dei fondi. I mercati finanziari hanno un ruolo importante nella costruzione della previdenza complementare che si costruisce proprio investendo in attività finanziarie. I fondi pensione, che durante la crisi hanno retto, ora si trovano di fronte a nuove sfide schiacciati tra crisi dei debiti e spettro dell’inflazione. Proprio su questo tema sempre Mefop ha avviato nel 2011 la terza indagine sulla gestione finanziaria nella previdenza complementare, su un campione di fondi pensione (chiusi, aperti e preesistenti), gestori e consulenti. Ampio spazio è stato dedicato alla revisione del d.m. 703/1996 che disciplina i limiti agli investimenti, un decreto a oggi non ancora emanato, a tre anni e più dall’apertura della fase di consultazione sul documento del Mef. In particolare Mefop ha chiesto ai fondi quali sono le proprie aspettative sulle crescita degli investimenti alternativi, come gli hedge fund, che con il nuovo decreto potrebbero diventare oggetto di investimento.
Dal sondaggio emergono perplessità verso questi prodotti. Tanto che «gli intervistati concordano sul fatto che anche un allentamento dei vincoli in materia di asset class investibili non provocherà modifiche rilevanti nella composizione dei portafogli», spiegano Stefania Luzi e Antonello Motroni di Mefop.