Ha un giardinetto fatto di Eni, Santander, Roche, Allianz. Ma perde sulle opzioni
Mentre con una mano ha ottenuto dalle banche creditrici una sostanziosa rinegoziazione dell’indebitamento della sua Carlo Tassara, con l’altra il finanziere franco- polacco Romain Zaleski continua le sue scorribande borsistiche. Lo testimonia il bilancio chiuso a metà agosto del 2010 e appena depositato di Società Camuna di Partecipazioni, controllata dalla Tanagra Holding Bv di Zaleski .
Nello specifico lo shopping borsistico si evidenzia alla voce immobilizzazioni finanziarie che schizza da 27,26 milioni del 12 agosto del 2009 a 40,54 milioni del controvalore del giardinetto. Gli ulteriori acquisti di titoli quotati per 13,62 milioni hanno riguardato: Eni (2,62 milioni di euro), Banco Santander (341.142 euro), Roche (540.567 euro), ArcelorMittal (1,69 milioni), Saipem (2,99milioni), Edf (1,34milioni), Vallourec (1,23 milioni), Saint Gobain (489.437 euro), Bhp Billiton (1,42 milioni), Allianz (418.883) e Mediobanca (514.822 euro). I nuovi acquisti si aggiungono a 27,23 milioni di controvalore della quota detenuta nel gruppo di costruzioni francese Vinci, già nel portafoglio di Zaleski. Il finanziere franco-polacco
ha fatto uno shopping azzeccato? La nota integrativa registra che sugli asset sono state effettuate minimali svalutazioni per un totale di 447.728 euro e peraltro su un valore di carico di 40,41 milioni le immobilizzazioni finanziarie evidenziavano
a inizio dello scorso novembre una plusvalenza di quasi 4 milioni. Ciò detto nel portafoglio di Società Camuna di Partecipazioni ci sono anche attività finanziarie non immobilizzate per 14,19 milioni, lievitate dai 10,57 milioni dell’esercizio investimenti nei fondi chiusi Ncp I Sicar e Mezzanove Capital Sica) mentre la nota spiega l’assenza di indebitamento bancario vista la liquidità di 15,5 milioni più che dimezzata dai 34,57 milioni del bilancio precedente. Con un patrimonio netto di quasi 77 milioni, il veicolo di Zaleski ha però dovuto chiudere in perdita per 1,72 milioni,
rinviata a nuovo.
Perché il rosso? Hanno pesato 2,6 milioni di svalutazioni su 7 opzioni su indici borsistici che erano state comprate per un controvalore di 3,1 milioni «facendo affidamento – spiega la relazione – su quella che appariva una probabile crescita degli indici borsistici che ad oggi non si è peraltro materializzata».