?Dopo l’annuncio delle condizioni dell’aumento a forte sconto i titoli della compagnia e della controllata Milano hanno perso rispettivamente il 9,9 e il 28,1%. Ma pesa Moody’s sulle banche
Unicredit pagherà un spremio uper alla famiglia Ligresti per acquistare da Premafin i diritti di opzione necessari per sottoscrivere il 6,6% di Fondiaria-Sai.
Piazza Cordusio, che si era impegnata a partecipare all’aumento di capitale per un importo massimo di 170 milioni, corrisponderà infatti alla holding della famiglia Ligresti circa 133,23 milioni di euro per rilevare i diritti d’opzione che le consentiranno di sottoscrivere il 6,6% di FonSai, versando nelle casse della compagnia assicurativa altri 36,33 milioni. I circa 133 milioni che Unicredit pagherà a Premafincorrispondono a un valore unitario di ciascun diritto di circa 11 euro, quasi 6 volte il valore teorico del diritto (1,97 euro) calcolato al prezzo di riferimento del titolo Fondiaria-Sai di mercoledì 22 giugno (il giorno del cda che ha fissato le condizioni dell’aumento).
Complessivamente, dunque, Unicredit pagherà ogni nuova azione FonSai al prezzo unitario di 7 euro, considerato che ogni diritto permette di sottoscrivere 2 nuove azioni al prezzo di 1,5 euro. Il maxi-premio pagato dalla banca guidata da Federico Ghizzoni ai Ligresti, che con il ricavato sottoscriveranno nuove azioni FonSai per mantenere la quota almeno al 35,5%, è stato tuttavia avvalorato da una fairness opinion rilasciata da Rothschild, che conferma la congruità del prezzo pagato alla luce del futuro ruolo di Unicredit nella governance di FonSai e del meccanismo di earn-out garantito alla banca nel caso di apprezzamento futuro del titolo della compagnia assicurativa.
Il patto sottoscritto lo scorso marzo prevede infatti che se tra quattro anni il valore del 35% di Fondiaria-Sai in portafoglio a Premafin fosse superiore al valore del medesimo calcolato in base al Terp (prezzo teorico dopo lo stacco del diritto) dell’aumento di capitale e pari a 2,48 euro, i Ligresti riconosceranno a Piazza Cordusio un premio pari al 12,5% della differenza tra il valore finale e il valore di partenza.
Il valore del premio che sarà pagato da Unicredit a Premafin è una conseguenza dei termini dell’aumento di capitale di Fondiaria-Sai, definiti dal cda della compagnia nella serata di mercoledì 22 e comunicati al mercato ieri mattina. L’operazione, necessaria a reperire i 450 milioni necessari per riportare il solvency ratio della compagnia sopra i livelli di guardia, prevede che per ogni azione ordinaria posseduta vengano offerte 2 azioni ordinarie di nuova emissione al prezzo unitario di 1,5 euro. Lo sconto rispetto al Terp è del 39,6% ed è di gran lunga più alto rispetto a quello praticato nelle ultime operazioni di aumento di capitale effettuate sul mercato italiano da altre istituzioni finanziarie. La decisione di applicare un ribasso così consistente è stata presa d’intesa con le banche del consorzio di garanzia (guidato dal Credit Suisse e dalla stessa Unicredit) per ridurre al minimo il rischio di inoptato. C’è inoltre da considerare che il gruppo Fondiaria Sai, a differenza delle banche che sono recentemente ricorse al mercato (con sconti compresi tra il 22 e il 28%), è in rosso da due anni e in profonda crisi.
Un forte sconto, pari al 35,4%, è stato dunque applicato anche per l’emissione di nuove azioni di risparmio FonSai, offerte a 1 euro e in ragione di 2 nuovi titoli per ciascun titolo rnc posseduto, e per i titoli della controllata Milano Assicurazioni, che procederà a un aumento da 350 milioni. Le azioni ordinarie della Milano saranno offerte al prezzo unitario di 0,2574 euro nel rapporto di 7 nuovi titoli ogni 3 posseduti, mentre le rnc saranno offerte a 0,2646 euro ciascuna, sempre nello stesso rapporto. In questo caso, lo sconto sul Terp è per entrambe le categorie di titoli pari al 37,3%. Questo dovrebbe consentire agli azionisti non intenzionati a sottoscrivere o a farlo solo in parte di monetizzare il diritto d’opzione, che sulla base del prezzo di chiusura di mercoledì era elevato in relazione al prezzo dell’azione, sia per quanto riguarda FonSai(1,97 euro) sia per quanto riguarda Milano (0,3575 euro).
Tuttavia il brusco crollo dei due titoli e in particolare di quello Milano Assicurazioninella seduta di ieri hanno già ridotto in parte il futuro valore del diritto. In una seduta contrassegnata da una forte pressione sui titoli finanziari di Piazza Affari, anche alla luce della decisione di Moody’s di mettere sotto osservazione per un possibile downgrade 16 banche italiane, le azioni Fondiaria-Sai hanno perso il 9% a 4,01 euro. Ancora più pesante il calo di Milano, che ha ceduto il 28,1% a 0,55 euro. Questa performance negativa viene tuttavia spiegata con ragioni tecniche più che con una bocciatura dell’operazione da parte del mercato. L’andamento di FonSai ha ricordato quello delle banche nel giorno seguente l’annuncio dell’aumento; il crollo di Milano viene spiegato invece con il fatto che il titolo nelle settimane passato è stato meno interessato di Fondiaria-Sai dalle vendite allo scoperto e che pertanto, essendoci pochi investitori a doversi coprire acquistando titoli, le vendite hanno preso il sopravvento. (riproduzione riservata)