Un unico ente erogatore di pensioni, che accorpi le prestazioni dei dipendenti pubblici e dei privati. A cui corrisponda un solo ente assicurativo. È la riforma del sistema della previdenza a cui sta lavorando da tempo il ministero del lavoro guidato da Maurizio Sacconi e che in questi giorni ha ripreso piede in vista della manovra correttiva dei conti pubblici.
Il progetto è all’esame del Tesoro. L’unificazione delle tre strutture, seppure con un sistema di governance più articolato che garantisca le specificità di settore, consentirebbe di accorpare gli uffici territoriali, con un considerevole patrimonio immobiliare da dismettere. Ma anche di unificare i servizi di approvvigionamento e di funzionamento, a partire da quelli informatici. Nell’ipotesi più prudente, e senza tenere conto della dismissione degli immobili, si calcola che si possa avere un risparmio di un miliardo di euro. Oggi il progetto di razionalizzazione della previdenza ha dalla sua anche il fatto che il governo sembra fortemente intenzionato a equiparare l’età pensionabile delle donne: anche le dipendenti del privato lascerebbero, come le pubbliche, a 65 anni di età e non prima. E se c’è Sacconi che spinge sul freno, chiedano una certa gradualità per il passaggio, il ministero dell’economia invece fa stime sul più breve periodo al massimo due anni per raggiungere l’obiettivo. Certo, al momento di tratta solo di ipotesi, le carte sono ancora coperte. Ma è altrettanto certo che il Tesoro sta battendo cassa con tutti i comparti pubblici. Nel novero degli interventi papabili risulta non solo un nuovo taglio alle spese di funzionamento dei ministeri, ma anche l’accorpamento di alcuni enti, come Ice e Enit, Isfol e Istat, l’unificazione della Scuola superiore della pubblica amministrazione con la scuola del ministero dell’ economia, dell’Interno e quella degli enti locali. E poi la soppressione dell’Aran, l’agenzia governativa per la contrattazione nel pubblico impiego, le cui funzioni verrebbero trasferite al dipartimento della funzione pubblica, per la contrattazione, e al Cnel, per le rilevazioni semestrali. Il risparmio stimato si aggira sugli 8-10 milioni di euro.
Sul tavolo del Tesoro è finito anche il dossier sulle consulenze affidate dale pubbliche amministrazioni alle persone giuridiche: tetto del 50% rispetto a quelle sostenute nel 2010. Ad oggi il tetto alle consulenze vige solo per le persone fisiche, la norma servirebbe ad evitare che si aggirino i paletti.