Nel mondo ci sono più milionari oggi che prima della crisi, soprattutto grazie all’Asia. Ma questo non è ancora vero per l’Italia, unico Paese tra i maggiori a registrare un calo dei paperoni nel 2010, diminuiti da 179 a 170 mila (-4,7%, dopo una crescita del 9,2% nel 2009). È quanto emerge dal World Wealth Report, presentato da Merrill Lynch Global Wealth Management e Capgemini.
A livello mondiale il numero di super-ricchi è cresciuto a 10,9 milioni (+8,3% in un anno) così come la loro ricchezza finanziaria complessiva, che ora ammonta a 42.700 miliardi di dollari (+9,7%). L’Italia resta tra i primi dieci Paesi per numero di milionari, ma ha ceduto la nona posizione all’Australia. Tra i principali fattori che hanno determinato in Italia la diminuzione degli High Net Worth Individual (Hnwi, ossia persone fisiche che possiedono un patrimonio investibile superiore al milione di dollari) spicca la flessione del mercato azionario (-13,6% nel 2010). Questo elemento, hanno rilevato Merrill Lynch e Capgemini, non è stato compensato né da una politica fiscale accomodante, né dal ritorno alla crescita del pil (solo +1,3% nel 2010).
Per quanto riguarda l’allocazione delle risorse dei paperoni, il report ha evidenziato il trasferimento degli investimenti verso azioni e hedge fund. Le previsioni per il 2012 formulate da Merrill Lynch e Capgemini stimano un’ulteriore prosecuzione del trend verso l’equity e una persistente riduzione degli investimenti nel settore immobiliare e in attività liquide. «Lo spostamento degli investitori Hnwi verso le azioni riflette la ricerca di rendimenti e il desiderio di recuperare le perdite sofferte durante la crisi», ha fatto presente Stefano Guglielmetto, responsabile investimenti per l’Italia di Merrill Lynch Wealth Management. In Europa più della metà dei grandi patrimoni sono stati investiti in azioni e bond, rispettivamente il 33% e il 29%, seguiti poi dagli investimenti nel settore immobiliare, al 19%.
Il report ha evidenziato che nel 2010 i super-ricchi di età compresa tra 31 e 45 anni sono aumentati in media del 4% (al 15%). Le donne, invece, sono il 3% in più (al 27%). Gli Hnwi sono rimasti concentrati in Usa, in Giappone e in Germania che rappresentano il 53% del totale. «La concentrazione diminuirà se le popolazioni dei mercati emergenti continueranno a crescere più rapidamente di quelle dei mercati sviluppati», ha chiosato Roberto Manini, vice presidente dei Financial Services di Capgemini Italia. L’area Asia-Pacifico ha superato l’Europa per la prima volta sia in termini di popolazione (+9,7% a quota 3,3 milioni) che di ricchezza (+12,1% a 10.800 miliardi di dollari) ed è seconda solo al Nord America. In generale, tra gli «investments of passion», gli oggetti di lusso da collezione (automobili, imbarcazioni, jet) rappresentano la quota maggiore (29%). A seguire arte, gioielli, pietre preziose e orologi (22%) e altri bene da collezione (15%). Dalla ricerca è emerso infine che gli individui con patrimonio di oltre 30 milioni (ultra-Hnwi) sono aumentati del 10%. (riproduzione riservata)