Questo il conto non definitivo (altri 5,5 miliardi saranno accantonati a breve) dell’eredità dei prestiti tossici di Countrywide Financial, acquisita nel 2008

Bank of America (BofA) mette una pietra sopra, quasi, all’eredità tossica di Countrywide Financial, l’istituto acquisito nel 2008 cui risalivano gran parte dei crediti immobiliari tossici legati a mortgage backed security residenziali. La prima banca Usa per asset ha infatti patteggiato risarcimenti per 8,5 miliardi di dollari dopo che un gruppo di bondholder guidati da BlackRock avevano chiesto di essere rimborsati. Per BofA la crisi subprime è quasi chiusa, visto che ci sarebbero ancora pendenze per 2,5-5,5 miliardi di dollari e l’istituto avrebbe già preventivato accantonamenti per il valore più alto della forchetta. La transazione, secondo la banca, comporterà per il secondo trimestre 2011, che termina oggi, perdite tra 0,88 e 0,93 dollari per azione. Escluse le voci straordinarie, per il periodo si stimano utili tra 0,28 e 0,33 dollari.
«Non è una bella cosa sborsare tanti soldi, ma siamo comunque fuori dal worst case scenario», ha commentato, Marty Mosby, analista di Guggenheim Securities. Gli investitori, tra cui ci sono anche Pacific Investment Management e la Federal Reserve Bank of New York, avevano chiesto in ottobre che America repurchase riacquistasse i prestiti immobiliari cartolarizzati da Countrywide Financial. L’accordo copre la colossale cifra di 424 miliardi di dollari di mutui, al prezzo originario, valore poi svalutato nel tempo ad appena 106 miliardi. Countrywide era stato il primo emettitore di questo tipo di titoli nel 2005, 2006 e 2007, creando 405 miliardi di dollari di bond dei 3.040 miliardi commercializzati in quel periodo. Bank of America ne aveva emessi per 76,9 miliardi. Merril Lynch, acquisita da BofA a inizio 2009, e First Franklin, a sua volta rilevata da Merrill nel 2007, insieme ne avevano piazzati per 116 miliardi. Alla fine l’esborso per Bank of America è rilevante, ma resta un affare e infatti ieri Wall Street ha premiato l’accordo. Il titolo Bank of America scambiava infatti in progresso di circa il 3% sin dall’apertura della seduta.
Il patteggiamento di Bank of America non è il primo, miliardario, per sanare gli strascichi della crisi dei subprime. In gennaio, infatti, le due agenzie parastatali Fannie Mae e Freddie Mac avevano aggiunto un accordo simile del valore di tre miliardi di dollari. La stessa Bank of America in aprile aveva annunciato risarcimenti per 1,6 miliardi di dollari per risolvere una disputa con la monoline Assured Guaranty. «Anche se appare come una cifra colossale – commentava l’avvocato di San Francisco Isaac Gradman – è decisamente piccola se paragonata alle perdite subite dagli investitori. In ogni caso, strappare 8,5 miliardi di dollari a una banca che dichiarava di essere pronta a combattere con le unghie e con i denti, va considerato un successo».