Aumentata la tutela per gli assicurati che potranno avere parità di trattamento rispetto agli investitori istituzionali. La società dovrà prefissare i limiti agli acquisti di un unico contraente
L’Isvap alza il livello di trasparenza per le polizze tradizionali, quelle che prevedono investimenti nelle gestioni separate, e che negli ultimi anni si sono accaparrate la fetta più grande del mercato Vita. Il boom di questi strumenti si è concretizzato soprattutto nel 2009, quando gli altri prodotti assicurativi, unit e index linked in particolare, hanno sofferto di più.
E le gestioni separate sono arrivate ad amministrare nel 2010 ben 68 miliardi, rispetto ai 30 miliardi del 2007. Flussi ingenti che hanno reso sempre più urgente la revisione della normativa. Una modifica che era stata annunciata in realtà già due anni fa ma che è arrivata a maturazione solo in questi giorni, e che avrà l’effetto di aumentare le tutele per gli assicurati. Prima di tutto i risparmiatori avranno un aggiornamento più puntuale sulle caratteristiche dei prodotti che hanno acquistato: le compagnie dovranno infatti pubblicare su due quotidiani nazionali, oltre che sul proprio sito internet, il rendiconto annuale, il prospetto annuale e il prospetto semestrale.
Oltre all’informativa, il principale nodo da sciogliere riguardava poi il diverso trattamento che i clienti retail rischiano di subire rispetto a un investitore istituzionale che acquista la stessa polizza Vita. Queste gestioni sono infatti, per definizione, più opache dei fondi comuni tradizionali, perché si basano sul principio della mutualità nel tempo degli iscritti e valutano i titoli in portafoglio al costo. Se per esempio la gestione ha in pancia Btp comprati 10 anni fa, a tassi più alti rispetto ai nuovi titoli, è possibile che ci sia una plusvalenza implicita rilevante. Ma è la compagnia a decidere quando liquidare i titoli. E il rischio è che gli investitori istituzionali, certamente più scaltri ed esperti dei privati, sottoscrivano le gestioni che hanno plusvalenze implicite molto elevate, annacquando i rendimenti, e beneficiando (in proporzione) di tutta la plusvalenza implicita che era stata accumulata negli anni. In pratica, guastafeste a danni di risparmiatori ignari e fedeli. Nel regolamento Isvap ha quindi obbligato l’organo amministrativo della società a fissare limiti agli importi che possono essere movimentati da un unico contraente, o da più sottoscrittori collegati da rapporti partecipativi. E soprattutto il risparmiatore potrà sapere se nella sua gestione sono presenti risparmiatori istituzionali «legati alla compagnia»: nel rendiconto della gestione dovranno infatti essere indicate le riserve matematiche che sono riconducibili a contratti stipulati per conto di operazioni infragruppo che hanno superato la soglia dell’1%. (riproduzione riservata)